Gabriele Marsala lavora come infermiere all’ospedale di legnano: i suoi colleghi lo stanno curando
di Francesco Colombo
Lotta tra la vita e la morte Gabriele Marsala, 35enne di Dairago ricoverato nel reparto di Terapia intensiva dell’Ospedale di Legnano dopo il terribile incidente di cui è stato vittima in sella alla sua moto martedì scorso verso le 17. Il giovane, padre di un bimbo piccolo, stava percorrendo via Bergamina a Nerviano diretto in centro quando, all’incrocio con via Marzorati (poco distante dal canale Villoresi, al confine con Parabiago) si è schiantato contro un furgone. L’impatto è stato violentissimo. Gabriele è stato sbalzato dalla sella del proprio mezzo ed è volato rovinosamente sull’asfalto per qualche metro. Sin dai primi istanti le sue condizioni si sono presentate gravissime. I soccorritori della Croce Bianca di Legnano, che sono giunti dopo pochi minuti sul posto, lo hanno trovato in arresto cardiaco, tanto che hanno dovuto far ripartire il suo cuore grazie al massaggio cardiaco. Una volta stabilizzato, dopo diversi minuti di manovre di rianimazione, il 35enne dairaghese è stato portato di corsa su un’ambulanza all’ospedale di Legnano, dove ora si trova nel reparto di Terapia intensiva. Il centauro lavora come infermiere da diversi anni nello stesso ospedale assieme alla moglie ed è specializzato nel pronto intervento. Sono quindi i suoi colleghi, in queste ore, a doversi prendere cura di lui, nella speranza che le sue condizioni di salute possano migliorare. Rimane tutta da ricostruire, invece, la dinamica dell’incidente che ha coinvolto Gabriele. Polizia Locale e Carabinieri non hanno ancora appurato con certezza le responsabilità del motociclista e del conducente del furgone. Intanto, sui social network corre la solidarietà di tutti i colleghi e gli amici di Gabriele, che si sono stretti attorno alla sua famiglia e sperano nell’epilogo migliore. Nel momento in cui andiamo in stampa le condizioni del giovane di Dairago rimangono molto gravi e tutto l’ospedale di Legnano prega affinché il ‘suo’ giovane infermiere ce la possa fare. Il quadro clinico rimane molto complesso e la prognosi è riservata.