Il sindaco di Sedriano, nel Milanese, smentisce: “I cittadini devono prendere appuntamento in Comune”

12 OTTOBRE 2020

di Francesca Ceriani

SEDRIANO (MILANO) – “Costretta a raccontare i fatti miei dalla strada, con la dipendente dei Servizi sociali affacciata alla finestra del Comune che prendeva appunti su un foglietto di carta”: è questa la testimonianza di una residente di Sedriano (nel Milanese), che preferisce restare anonima.

Ritardi del Comune

Tutto inizia nei mesi di lockdown: “Mio marito ha perso il lavoro – spiega la sedrianese – e io mi sono rivolta al Comune per chiedere un contributo per il pagamento di un debito relativo alla mensa scolastica dei miei figli. A maggio ho chiesto se la documentazione fosse in regola. Mi è stato detto di sì, ma che avrei dovuto pazientare”. Passano i mesi e, non ricevendo risposta, la donna decide di prendere un appuntamento in municipio per capire a che punto è la sua pratica.

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Nessun appuntamento

“Ho chiamato decine e decine di volte, tutto visibile dal registro chiamate del mio cellulare, senza ricevere risposta“, continua la donna. Il 20 settembre, quindi, la cittadina si reca direttamente in Comune. “Ho visto che c’era una fila di persone in strada, che attendevano di parlare con una dipendente che, affacciata alla finestra, raccoglieva tutte le segnalazioni e i problemi appuntandoli su un foglietto. E’ stato umiliante: ho sentito tutti i problemi della persona davanti a me e chi c’era dietro di me avrà sentito i miei. Ho anche scritto al sindaco per denunciare questa situazione e l’unica risposta che ho ricevuto è che è un diritto dei cittadini avere un appuntamento in municipio. Perché allora a Sedriano siamo costretti a parlare a una finestra?”.

Il sindaco smentisce

Il sindaco, Angelo Cipriani, smentisce: “Le persone, per essere ricevute dagli uffici, devono prendere un appuntamento (nonostante la situazione Covid sia migliorata in paese, visto che nessun sedrianese è positivo, in municipio si accede solo su appuntamento, ndr). Se citofonano e basta non possono entrare. Però in molti lo fanno comunque: citofonano e pretendono di parlare con i dipendenti. Sono loro stessi che dovrebbero capire che, alla finestra, non devono raccontare i loro problemi. I dipendenti lo fanno sempre presente e rispondono alle telefonate”. Non basterebbe allora che i dipendenti mettessero fine a questa cattiva abitudine? O forse davvero c’è un problema nel rispondere alle telefonate dei cittadini?