30enne egiziano irrompe nella pizzeria-kebab di via Fagnani, ruba 100 euro e ferisce il titolare al braccio con un coltello. Arrestato dai carabinieri, si difende: “Ho lavorato lì e non mi hanno pagato. Volevo solo il mio stipendio”. La versione del rapinatore però non convince gli inquirenti: si indaga

31 MARZO 2016

di Erika Innocenti

SEDRIANO (MILANO) – Un 30enne egiziano incensurato è stato arrestato dai carabinieri di Sedriano per aver rapinato e ferito il titolare della pizzeria-kebab della centralissima via Fagnani. Ma andiamo con ordine e ripercorriamo l’intera vicenda, che ha curiosi risvolti ancora da chiarire.

I fatti

E’ accaduto nella sera tra mercoledì 30 e giovedì 31 marzo verso la mezzanotte. Il giovane egiziano ha fatto irruzione all’interno del locale e ha aperto la cassa, prendendo due banconote da 50 euro. Ma il suo gesto non è passato inosservato, infatti, il titolare, anch’egli egiziano, ha subito fermato il 30enne per cercare di riprendersi il denaro. A quel punto, il rapinatore ha reagito di scatto, tirando una testata al gestore e colpendolo al gomito con un coltello, che aveva estratto pochi istanti prima. Nel frattempo, però, sono stati allertati immediatamente i soccorsi. Sul posto sono anche giunti tempestivamente i carabinieri di Sedriano, che hanno fermato l’uomo e recuperato la refurtiva.

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Quella ‘strana’ versione

Una volta bloccato, il 30enne ha cercato di spiegare la sua versione di quella ‘strana’ rapina: quei soldi gli sarebbero spettati di diritto, in quanto aveva precedentemente lavorato in quella pizzeria, ma non sarebbe mai stato pagato. Poi, per giustificare la ferita inferta al titolare, che fortunatamente non ha riportato gravi danni, ha dichiarato che si è trattato di un gesto di autolesionismo. Un’ipotesi fragile e ancora al vaglio degli inquirenti, perché sulla maglietta del 30enne hanno trovato tracce di sangue: il giovane, infatti, avrebbe pulito il coltello con il suo indumento. Al momento, l’intera testimonianza del rapinatore, è al vaglio dei carabinieri, che dovranno appurarne la veridicità.