A Sedriano un sondaggio avvalora la petizione popolare (1.600 firme) per ripristinare l’ambulatorio, un importante servizio pubblico e gratuito. Il primo sindaco ‘grillino’ della Lombardia ha una grande occasione: cambiare idea e dimostrare che un nuovo modo di fare politica esiste

di Redazione

SEDRIANO (MILANO) – Ambulatorio comunale, il sondaggio (campione di 300 sedrianesi, privo di validità scientifica) premia i promotori della petizione popolare, che chiedono il ripristino del servizio com’era prima, cioè gestito dalla pubblica amministrazione. I dati sono inequivocabili: il 68% della popolazione è d’accordo con la raccolta firme, promossa dalla Lista Civica (fondamentale il ruolo di Gianni Curioni), dal Pd, dalla Lega Nord e da Sinistra di Sedriano. Solo il 21% si schiera invece dalla parte della giunta ‘grillina’ di Angelo Cipriani, che propone di continuare a offrire il servizio, sebbene depotenziato e con alcune importanti differenze, tra cui l’affitto dei locali a professionisti privati.

I promotori: “Consenso trasversale”

“Tante persone – avevano dichiarato i promotori un mese fa circa – si sono avvicinate ai nostri banchetti e ci hanno raccontato dei disagi e delle difficoltà che devono affrontare per recarsi a Magenta o nei comuni vicini per fare quelle stesse cure che per anni hanno fatto con la massima tranquillità direttamente a Sedriano”. Sembra essere questa la ragione principale di una raccolta firme che è stata un vero successo, arrivando a quota 1600. Un dato già di per sé eclatante e confermato dal nostro sondaggio.

Il problema delle risorse

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Il problema dell’ambulatorio è sempre lo stesso: per la giunta 5 Stelle servono 30.000 euro per finanziarlo e quei soldi non ci sono; per le opposizioni è invece incredibile che il comune non sia in grado di trovare quella cifra. Ma i cittadini, pur confermando a Cipriani una fiducia crescente rispetto alle elezioni di novembre 2015, stavolta lanciano un segnale ai nuovi amministratori: fermatevi, riflettete, tornate sui vostri passi.

Cambiare idea, perché no?

E il sindaco, che è persona ragionevole, in effetti sta riflettendo. In fondo, ammettere di aver fatto una scelta che poi, alla prova pratica, non è risultata né popolare né adeguata, è un segno di intelligenza e di umiltà. I cittadini lo apprezzerebbero. E del resto anche cambiare idea, dote assai rara tra i politici, fa parte di un modo nuovo di amministrare. Vedremo.