Episodio vergognoso ad Arconate, nel Milanese, dove i supporter della locale squadra di calcio (di proprietà della famiglia Mantovani) offendono per strada e sui social gli amministratori comunali. La loro colpa? Far rispettare la legalità e aver abolito i privilegi

6 AGOSTO 2020

di Redazione

ARCONATE (MILANO) – “Minchione”, “Merde”, “Zecche”, “Checca isterica”. Sono alcuni degli insulti – urlati per strada o postati sui social – che l’assessore Francesco Colombo sta ricevendo da parte dei tifosi del Gs Arconatese.

I fatti

La società di calcio – di proprietà della famiglia del politico di Fratelli d’Italia, Mario Mantovani – gode da sempre di una situazione privilegiata, avendo ricevuto 1,5 milioni di euro di contributi comunali nell’arco di quarant’anni. La nuova amministrazione, guidata dal sindaco Sergio Calloni, ha però deciso di stabilire alcune regole, a tutela soprattutto di tutte le altre associazioni sportive del paese.

Sostieni la Libera Informazione


Sul nostro giornale on line trovi l’informazione libera e coraggiosa, perché noi non abbiamo padroni e non riceviamo finanziamenti pubblici. Da sempre, viviamo soltanto grazie ai nostri lettori e ai nostri inserzionisti. Noi vi offriamo un’informazione libera e gratuita. Voi, se potete, dateci un piccolo aiuto.

La convenzione

La legge prevede che non si possano distribuire soldi a pioggia e che le spese vive degli impianti debbano essere pagate dai gestori. Norme chiare, benché molto spesso ignorate. E così la giunta di Arconate, per non mettere in difficoltà il Gsa, ha proposto alla società di restare al campo sportivo di via delle vittorie per un altro anno, utilizzando una proroga.

La fuga

Ma il Gs Arconatese – che avrebbe comunque fruito di un contributo pubblico, anche se minore rispetto al passato – ha preferito lasciare il paese, scatenando però sui social una vera e propria campagna politica contro l’amministrazione comunale.

Società di calcio o partito politico?

Non è la prima volta che il Gsa assume atteggiamenti da partito politico. Del resto il presidente onorario della società – l’ex berlusconiano Mantovani, oggi passato alla corte di Giorgia Meloni – fu sindaco di Arconate per 13 anni e il Gsa venne spesso utilizzato come strumento di propaganda, mortificando la storia di una gloriosa società di calcio.

Gli insulti

Ora però si è passato il segno. Qualche giorno fa un tifoso del Gruppo Randa (i supporter del Gsa) ha insultato per strada l’assessore Francesco Colombo, dandogli del “minchione” con tono minaccioso. E in queste ore sui social si leggono altri insulti: “merde”, “checche isteriche”, “zecche”.

Le denunce

Gli amministratori di Arconate, dopo aver tollerato per settimane gli insulti di questi personaggi, hanno deciso di procedere per vie legali, sia con una denuncia penale sia con una causa per risarcimento danni. Dimostrare i fatti non sembra difficile, perché alcuni di questi tifosi hanno firmato le offese e le minacce con nome e cognome. Presto potrebbero aver bisogno di un avvocato, perché potrebbero essere chiamati dalla giustizia per rispondere dei loro comportamenti.

Violenza e becerume

Un livello di violenza, ignoranza e becerume che Arconate ha purtroppo già conosciuto anni addietro, quando arroganza e vessazioni dei cittadini liberi (colpevoli soltanto di esprimere un’opinione) erano all’ordine del giorno. Poi per fortuna il clima è cambiato e nessuno vuole tornare a quel periodo oscurantista.

La solidarietà

“Al nostro assessore Francesco Colombo va tutta la nostra solidarietà per gli insulti di cui è stato vittima in queste ore. Sono inaccettabili. Una cosa è sostenere idee diverse in un confronto leale e civile. Altra cosa sono invece le violente e volgari esternazioni che abbiamo letto sui social da parte di leoni da tastiera da cui, speriamo, prendano le distanze tutte le altre parti tirate in causa”. Questo il commento del capogruppo di maggioranza, Silvia Fontana.

Dal Gsa nessuna presa di distanza

La società Gs arconatese – il cui ‘fake president’ è Alfonso Sannino – non ha per ora preso le distanze dagli insulti e dalle violenze verbali dei suoi tifosi.

Il marchio

Nel frattempo è sempre aperto il dibattito sul nome e sul logo del Gsa, dopo le dichiarazioni dei soci fondatori: “Il marchio Gsa non appartiene alla famiglia Mantovani, è tutto scritto nell’atto costitutivo”.

Ombre sul futuro

Ci si chiede perché il Gsa abbia deciso sia di lasciare Arconate (per trasferirsi a Magnago con Bienate in uno stadio fuorilegge da 3 anni) sia di trasformare una squadra di calco in un partito politico, cosa che non si è mai vista in nessun paese al mondo. A chi giova tutto questo? Di sicuro non agli atleti e alle famiglie. E neppure allo sport.