Fallisce il maxi progetto di mobilità dolce ideato dalla giunta Pd di Milano per collegare la città con l’hinterland: i fornitori di biciclette si ritirano. Beffati 28 dei nostri comuni

26 NOVEMBRE 2018

di Alessandro Boldrini

ALTOMILANESE – E’ finito tutto in una bolla di sapone il maxi progetto di bike sharing (letteralmente ‘biciclette condivise’) nel territorio dell’hinterland milanese, proposto dalla giunta Pd di Milano alla fine dello scorso anno. Nel dicembre 2017, infatti, l’amministrazione del capoluogo lombardo, guidata dal sindaco Giuseppe Sala, annunciò trionfante l’approvazione dell’allargamento gratuito del servizio di mobilità dolce anche al di fuori dei confini cittadini. Già all’inizio del 2018, le due ruote sarebbero dovute ‘sbarcare’ anche in 28 comuni dell’Altomilanese (Arconate, Arluno, Bareggio, Bernate Ticino, Boffalora, Buscate, Busto Garolfo, Canegrate, Castano Primo, Casorezzo, Corbetta, Cuggiono, Dairago, Inveruno, Magenta, Magnago, Marcallo con Casone, Mesero, Ossona, Parabiago, Robecchetto con Induno, Robecco, Santo Stefano Ticino, Sedriano, Turbigo, Vanzaghello, Villa Cortese e Vittuone), ma così non sarà.

La lettera di spiegazione

A comunicarlo è stata direttamente l’amministrazione meneghina attraverso una lettera firmata dal consigliere delegato alla Mobilità di Città Metropolitana, Siria Trezzi. “All’avviso pubblico per la gestione del servizio di bike sharing – si legge nella missiva – hanno risposto quattro operatori, ognuno per la messa in strada di una flotta pari a 3.000 biciclette. In seguito alla seduta della commissione tecnica svoltasi il 23 gennaio 2018 i quattro operatori sono risultati idonei per esercitare il servizio e sono stati invitati a dar seguito alle azioni richieste all’interno del bando da parte del Comune di Milano. Tra i mesi di gennaio e aprile 2018 – prosegue Trezzi – tre dei quattro operatori si sono ritirati: solo ‘Ofo Uk Limited’ non ha ritirato la propria candidatura, presentando una seconda offerta di altre 3.000 biciclette, approvata l’8 giugno”.

Sostieni la Libera Informazione


Sul nostro giornale on line trovi l’informazione libera e coraggiosa, perché noi non abbiamo padroni e non riceviamo finanziamenti pubblici. Da sempre, viviamo soltanto grazie ai nostri lettori e ai nostri inserzionisti. Noi vi offriamo un’informazione libera e gratuita. Voi, se potete, dateci un piccolo aiuto.

Gli operatori si ritirano: tutti a piedi

Fino a cinque mesi fa, dunque, il maxi progetto di ‘bike sharing free floating’, cioè bici a stallo libero (che non hanno bisogno di una stazione fissa ma si possono lasciare ovunque e ‘sbloccabili’ tramite un’apposita applicazione installata sul proprio cellulare) sembrava a un passo dalla partenza. Peccato che i migliaia di utenti pronti a mettersi in sella dovranno dire addio all’idea. “L’operatore ‘Ofo Uk Limited’ – spiega il consigliere delegato alla Mobilità – avrebbe dovuto versare una cauzione a Città Metropolitana di Milano e gli oneri per occupazione del suolo pubblico al Comune di Milano, quale atto propedeutico all’emissione dell’autorizzazione. Tuttavia ad oggi questi versamenti non sono ancora stati effettuati”. Insomma, avrebbe potuto essere una grande iniziativa per favorire la mobilità dolce in uno dei territori più inquinati del pianeta. E invece siamo rimasti tutti a piedi.