A Turbigo, nel Milanese, il sindaco e gli assessori sognano un posto da 12.000 euro al mese in Regione e progettano le loro fulgide carriere tra litigi, veti e gelosie. Ma nel frattempo chi amministra il comune? Non si capisce. Vi presentiamo uno spaccato della vecchia politica

2 MAGGIO 2017

di Ersilio Mattioni

TURBIGO (MILANO ) – Loro dicono – e continueranno a dire – che vanno d’amore e d’accordo, che di tensioni non ce ne sono e che nessuno sta progettando carriere politiche né discutendo sulla spartizione delle poltrone. Eppure, in municipio a Turbigo, nel Milanese, l’aria si è fatta pesante. Al punto che un dipendente comunale, dietro la garanzia dell’anonimato, rivela in esclusiva a Libera Stampa l’Altomilanese che “non si capisce chi amministra questo comune, perché sindaco e assessori passano il tempo a parlare di politica”. Analisi grossolana, che però, se approfondita a dovere, porta con sé scoperte interessanti.

2018, il voto in Regione

Nel 2018 si vota per eleggere il nuovo consiglio regionale della Lombardia. E il sindaco, Christian Garavaglia, ci sta facendo un pensierino. Nel 2021, del resto, scadrà il suo secondo e ultimo mandato da sindaco. Dopodiché, che farà? Ecco, bisogna prendere l’ultimo treno, perché i politici di riferimento del sindaco sono ‘cavalli bolsi’, che dureranno al massimo un giro. Ma c’è un problema: Garavaglia, se si candidasse in Regione e venisse eletto, dovrebbe lasciare la poltrona di sindaco. E gli elettori magari (gonzi esclusi) si sentirebbero presi per in giro.

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Le tensioni in municipio

Da ciò le rimostranze dell’assessore Manila Leoni (pure lei di Forza Italia e pure lei, come il primo cittadino, corrente Mario Mantovani, il politico imputato per corruzione e concussione a Milano). Leoni, in buona sostanza, avrebbe rimproverato a Garavaglia le sue eccessive ambizioni, che sembrano non considerare il voto dei turbighesi, i quali hanno scelto un sindaco per 5 anni e non per un po’, in attesa che lo stesso realizzi i suoi sogni di gloria. Ineccepibile. Ma il vero obiettivo di Leoni sarebbe un altro: è lei, infatti, che vuole andare in Regione. Cosa possibile senza grossi traumi: si dimetterebbe da assessore alle Politiche sociali e qualcun’altro prenderebbe il posto. Non ci sarebbe bisogno, in altre parole, di elezioni anticipate, come nel caso di dimissioni del sindaco.

Lo scontro sindaco-assessori

L’ipotesi di Leoni al Pirellone, in effetti, sembra sensata. Ma Garavaglia si sarebbe opposto: o lui o nessuno. Da ciò aria pesante, litigi, tensioni e un clima da resa dei conti. Sarà vero? Il dipendente comunale che ci ha raccontato questo scenario giura di sì. E aggiunge che, come se bastasse, pure l’assessore Marzia Artusi (evidentemente non scalfita dai pasticci della ‘sua’ Ugo Srl) sarebbe tornata alla carica per chiedere il posto di vicesindaco, tanto più che ci sarebbe un dibattito in corso sulle presunte minacce di morte ricevute dall’attuale numero due della giunta, la leghista Maria Colombo. Minacce di morte, delle quali nessuno – chissà poi perché – parla più. E così, tra sterili discussioni su ipotetiche candidature, spartizione di posti, prime donne e personalismi, qualcuno pone una domanda da un milione di dollari: mentre questi signori discutono di futuro (il loro), chi si prende la briga di amministrare il comune di Turbigo? Vexata quaestio.