La Ugo Srl (società al 98% dell’assessore all’Urbanistica Marzia Artusi) finisce in una brutta storia di un immobile venduto due volte a due soggetti diversi. Per i tribunali la società dell’assessore ha trattenuto “illegittimamente” 1,1 milioni di euro e li deve restituire. Però subentra il fallimento e nessuno pagherà mai un centesimo. Una vicenda incredibile, che oggi da civile diventa penale: inchiesta aperta alla Procura di Busto Arsizio. Intanto l’assessore (candidata alle elezioni del 5 giugno) fa finta di nulla e si fa vedere sorridente al banchetto della lista ‘Christian Garavaglia Sindaco’, di fianco al primo cittadino, al quale sembra non importare niente di ciò che ha combinato la società del suo assessore
29 MAGGIO 2016
di Ersilio Mattioni e Sara Riboldi
TURBIGO (MILANO) – La storia che raccontiamo è quella della doppia vendita di un immobile che per i giudici di due Tribunali è anche una maxi truffa, per l’esattezza da 1,1 milioni di euro, denaro trattenuto “illegittimamente” che va restituito, anche se i truffati, finora, non hanno visto un centesimo.
I protagonisti
Protagonisti sono due società, la Ugo Srl e La Vignola Srl. Di mezzo ci sono 4 sentenze dei tribunali, ormai diventate definitive. E c’è un immobile, venduto due volte a due soggetti diversi. È un ex edificio industriale che, dal 2005, vale oro: l’amministrazione lo trasforma in residenziale con volumetrie tali da poterci edificare 20.000 metri cubi. In consiglio comunale, quella sera, si vota il piano regolatore, ma si vota anche sui singoli ambiti. E quando arriva il turno dell’edificio di piazzetta Cinque Vie, qualcuno deve uscire dall’aula: è l’assessore Marzia Artusi. Perché Artusi, oggi assessore uscente a Urbanistica, Lavori pubblici ed edilizia privata nonché candidata alle elezioni del prossimo 5 giugno nella lista ‘Christian Garavaglia Sindaco’, non può votare? Semplice, l’edificio è della Ugo Srl (CLICCA QUI PER LEGGERE LA VISURA CAMERALE STORICA DELLA SOCIETA’) e Artusi ne è la proprietaria: possiede il 98%.
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La doppia vendita

Vale tanto, quel vecchio capannone industriale. O meglio, vale tanto l’area sulla quale il fabbricato sorge: lì si possono costruire decine di appartamenti. Ma Ugo Srl non vuole costruire. Vuole vendere al prezzo di 2,3 milioni di euro. Così cerca e trova l’acquirente, La Vignola Srl, che nel gennaio 2007 firma un contratto preliminare e si impegna su tre fronti. Il primo: versare 1,1 milioni di euro. Il secondo: redigere un progetto entro il 30 gennaio 2009. Il terzo: concludere la procedura entro il 30 giugno 2009. Se tutte queste tre condizioni verranno meno, il compromesso sarà annullato. La Vignola Srl paga regolarmente e siamo al 21 aprile del 2009 (quindi lontani dalla scadenza ultima), ma il progetto non è stato redatto entro il termine pattuito, perché stiamo parlando di un ‘piano di recupero’ e le parti stanno ancora discutendo. Eppure, nonostante due condizioni su tre siano rispettate, Ugo Srl dichiara La Vignola Srl inadempiente, rompe il compromesso e si tiene 1,1 milioni. Poi, senza nemmeno attendere il 30 giugno, Ugo Srl (la cui sede legale è presso lo studio di un commercialista di Castano Primo, Marco Gambaro) vende di nuovo l’immobile. Siamo al 22 giugno. Stavolta il prezzo è decisamente inferiore: 1,6 milioni di euro. A comprare è la Trc Immobiliare Spa di Robecchetto con Induno, il cui presidente è il noto imprenditore Gianluigi Candiani (CLICCA QUI PER LEGGERE LA VISURA CAMERALE STORIA DELLA SOCIETA’).
Le sentenze di condanna
La Vignola Srl, appreso che l’immobile è stato venduto e per di più prima della scadenza del 30 giugno, si sente truffata e porta la Ugo Srl in tribunale. I giudici le daranno ragione 4 volte. La prima: il 20 giugno 2013. La sentenza stabilisce che Ugo Srl deve ridare 1,1 milioni a La Vignola Srl. La seconda, il 27 novembre 2014: è LA sentenza che rigetta l’appello presentato da Ugo Srl. La terza sempre nel novembre 2014, in cui La Vignola Srl presenta richiesta di fallimento per la Ugo Srl, che non ha restituito i soldi. La quarta, il 5 marzo 2015, che respinge il ricorso della Ugo Srl relativo alla precedente richiesta di fallimento.
La sentenza di condanna in primo grado
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Cornuti e mazziati
Ugo Srl intanto fallisce e non pagherà mai un centesimo. Qui si apre un capitolo denso di incognite: di mezzo c’è un curatore fallimentare e una storia sui rimborsi dell’Iva (circa 200.000 euro) ancora tutta da capire, che chiama in causa altre persone note nell’universo turbighese. Intanto, La Vignola Srl ha perso 1,1 milioni di euro (ma con gli interessi e le spese legali si sale a 1,4 milioni), cifra invece incassata da Ugo Srl.
La politica
Che fine ha fatto il denaro? Lo abbiamo chiesto a Stefano Zocca, socio de La Vignola Srl: “Non lo sappiamo”. E il rapporto con l’amministrazione comunale di Turbigo, prima o dopo il 2005? “Ricordo gli incontri in municipio. Noi da una parte del tavolo, mentre dall’altra il capo dell’ufficio tecnico e l’assessore Artusi (dal 2006 titolare delle deleghe all’Urbanistica, ndr) in un’imbarazzante doppia veste: amministratore di Turbigo e proprietaria dell’immobile, colei che diede mandato all’amministratore unico della Ugo Srl, Carmela Castiello, di vendere il fabbricato alla Trc Immobiliare Spa, dopo averlo già venduto a noi. Ma ora, dopo aver vinto 4 volte al tribunale civile, abbiamo presentato anche una denunciaquerela penale, sulla quale non ci vogliamo pronunciare, essendo in corso le indagini. Questa storia non finisce qui, andremo fino in fondo”.
La difesa dell’assessore all’Urbanistica
Si difende in due telefonate e per mail l’assessore all’Urbanistica Marzia Artusi: “I proprietari di una società non hanno potere decisionale, sono gli amministratori e i legali rappresentanti a decidere. Io non lo sono mai stata né ho mai partecipato a incontri in municipio con i rappresentanti de La Vignola Srl”. In una seconda telefonata, incalzata dalle domande, Artusi fornisce spiegazioni più dettagliate: “La caparra non è stata restituita, perché la società (La Vignola Srl, ndr) risultava per noi essere inadempiente. Per questo abbiamo venduto l’immobile a un’altra società: per noi era libero da vincoli in quanto era stato recesso il preliminare d’acquisto”. E le 4 sentenze di condanna? “Prendo atto delle decisioni dei tribunali”, chiosa la proprietaria di Ugo Srl (oggi fallita). Dopo le telefonate, arrivano le mail. Due per l’esattezza. La prima, dove l’assessore ribadisce di “non aver avuto alcun coinvolgimento nelle azioni gestionali, amministrative e legali della società menzionata”, attribuendo di fatto la responsabilità delle decisioni assunte all’amministratore unico, Carmela Castiello. La seconda, per il tramite del suo avvocato, Artusi diffida dalla pubblicazione di notizie inveritiere e si rende disponibile “a un incontro in tempi brevi al fine di fornire la propria ricostruzione della vicenda”. Siamo ancora in attesa, dopo aver dato ampia disponibilità all’incontro, di essere contattati.
Il parere del sindaco
Il sindaco di Turbigo, Christian Garavaglia, interpellato sulla vicenda che coinvolge un suo assessore nella veste di proprietario di Ugo Srl, dopo breve colloquio telefonico, rilascia via mail un unico commento: “Ribadisco di aver sentito parlare da voi per la prima volta di questa vicenda. Per tale motivo non ho assolutamente nulla da dichiarare. Chiedo lo stesso tempo che ha avuto il giornale per studiare i documenti”. Siamo in attesa che il sindaco studi i documenti. Ma abbiamo una curiosità. Se il primo cittadino non sapeva nulla di questa brutta storia di affari immobiliari e condanne, ora lo sa. E allora, cosa pensa del suo assessore all’Urbanistica, che non l’ha neppure informato di questa vicenda legale? Se avesse saputo prima delle condanne della società Ugo Srl, avrebbe comunque messo Marzia Artusi in lista? E se dovesse rivincere, darebbe ancora ad Artusi l’assessorato all’Urbanistica e alle Opere pubbliche? La verità è che il sindaco, a queste domande, non vuole rispondere. Almeno per ora.
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