Vanzaghello, problemi non risolti con il riscaldamento alle scuole elementari: in mensa 250 bambini pranzano al freddo

di Deborah Ali

VANZAGHELLO (MILANO) – Riscaldamento fuori servizio: 250 bambini costretti a mangiare al freddo a Vanzaghello, nel milanese. I genitori allarmati chiedono all’amministrazione comunale del sindaco Arconte Gatti di intervenire. “Mi hanno informato – spiega un papà – che in mensa i riscaldamenti non vanno da una settimana. I ragazzi oggi, lunedì 28 novembre, sono stati costretti a mangiare con il giubbotto perché c’erano solo 10 gradi. Questo è inaccettabile“.

La testimonianza di un papà

“Non so – continua il papà – se si tratta della temperatura realmente percepita oppure la situazione è stata estremizzata, ma i bambini avevano davvero freddo. Il comune è già al corrente di tutto dalla scorsa settimana, ma ancora non c’è stato alcun intervento”. A confermare la situazione, che si è verificata nel plesso della scuola primaria situato in via Rosmini, in prossimità del municipio e della stazione ferroviaria, è anche una mamma: “Anche mia figlia nei giorni scorsi si è lamentata di avere freddo e lunedì ha detto di aver mangiato con il piumino perché le temperature erano troppo basse“.

I genitori dei 250 bambini

“Speriamo – conclude la mamma – che chi di dovere intervenga subito. Con la salute dei piccoli non si scherza. Non si può far ammalare un’intera scuola facendola mangiare al freddo. Se non sbaglio, nelle scuole deve essere garantita una temperatura minima di 18 gradi: che così sia”. A intervenire, per risolvere il problema, deve essere l’amministrazione comunale Gatti.

In attesa dell’intervento del sindaco

Mentre la didattica è di competenza dell’istituto comprensivo, la gestione delle strutture, del loro funzionamento e degli arredi è di competenza del comune. La spiegazione ufficiale del disservizio non è ancora stata data. Sulla vicenda né il primo cittadino Arconate, né il vicesindaco Francesco Grigolon o l’assessore all’istruzione Doris Giuliano hanno rilasciato comunicazioni. “Ad oggi– conclude il papà – il problema non sarebbe ancora stato risolto”.

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