Maroni vieta il volto coperto nei presidi sanitari: non si capisce chi deve far rispettare il divieto
di Attilio Mattioni
Alle donne che indossano velo o burqa non sarà più permesso entrare negli ospedali di Magenta e Cuggiono. Così ha deciso l’assessore regionale alla sicurezza Simona Bordonali, che, rispondendo a un’interrogazione in consiglio regionale del leghista Fabio Rizzi, non ha usato mezzi termini: “Rivedremo i regolamenti all’ingresso delle donne che indossano veli islamici che, come il niqab e il burqa, coprono il volto, nei palazzi della Regione e degli enti che fanno parte del sistema regionale inclusi gli ospedali”. E il governatore Maroni ha confermato che il 10 dicembre la Giunta regionale approverà un regolamento che vieti espressamente l’ingresso in tutti gli ospedali della Lombardia a chi porta il velo, quindi anche nei presidi sanitari di Magenta e Cuggiono. Che poi questo diventi realtà è un altro discorso. Infatti, per far sì che un regolamento sia applicato occorre innanzitutto che qualcuno lo faccia rispettare: né Maroni né la Bordonali hanno spiegato a chi sarà assegnato questo compito. Di sicuro non spetterà al personale sanitario. Due medici, uno di Magenta e uno di Cuggiono, entrambi chiedendo di non essere citati col loro nome, ci hanno detto di essere molto perplessi: “Non sono certo filo-islamico – ci ha dichiarato uno dei due dottori – ma non negherò certo le cure a una donna che indossi il burqa: noi dobbiamo curare i malati, tutto il resto non ci interessa e non ci deve interessare”. Un’opinione condivisa dall’altro operatore sanitario: “Qui a Magenta vengono persone di tutte le nazionalità e religioni: se qualcuno pensa di trasformare noi e gli infermieri in poliziotti si sbaglia di grosso”. E quasi certamente non saranno dispiegati Carabinieri e agenti di Polizia Locale per far rispettare il diktat della Bordonali così come sembra difficile che i portinai si prendano la briga di vietare l’ingresso in ospedale a una donna col velo. La direzione dell’Azienda ospedaliera a cui fanno capo gli ospedali di Magenta e Cuggiono, almeno per ora, non ha preso nessuna disposizione in merito. La realtà è che nessuno se la sente di far rispettare una norma così controversa e, se fatta rispettare rigidamente, anche pericolosa. Se infatti si presentasse in ospedale una donna in avanzato stato di gravidanza, ma con il volto coperto dal velo, chi si prenderebbe la responsabilità di impedirle l’accesso al reparto di maternità, mettendo così a rischio non solo la sua salute, ma anche quella del nascituro? Forse l’assessore Bordonali potrebbe almeno provare a dare una risposta.