Un militante offeso pesantemente, una tentata aggressione e un’espulsione dalla sala, con tanto di minaccia di chiamare i carabinieri. Succede a Vittuone, nel Milanese, dove la passione politica infiamma il congresso del Partito democratico. Protagonista un ex assessore, la cui lista era stata esclusa per irregolarità
5 NOVEMBRE 2016
di Ersilio Mattioni e Elisabetta Mereghetti
VITTUONE (MILANO) – Congresso ad altissima tensione, quello del Pd vittuonese, che domenica 23 ottobre ha eletto il nuovo segretario. Il clima in sala, fin dall’inizio, è teso. In campo ci sono due liste: quella ufficiale (‘Un solo Pd’) candida Laura Bonfadini al ruolo di segretario e gode del sostegno della maggioranza; quella dei dissidenti (‘Uniti si vince’) punta invece sull’esperienza dell’ex assessore Danilo Portaluppi. Quello che doveva essere un confronto duro ma leale all’improvviso degenera, gli animi si surriscaldano, volano prima frecciatine e poi insulti. ‘Caos’ non sembra neppure la parola più adatta per descrivere un congresso che finisce in rissa, tra offese, minacce e aggressioni, al punto che qualcuno ipotizza di chiedere l’intervento delle forze dell’ordine.
I fatti
Alle 10.15 prende la parola il segretario di zona Marco Re, poi è il turno di Anna Papetti, dimissionaria dalla carica di segretario, infine tocca a Paolo Razzano, portavoce della segreteria del Pd metropolitano e presidente dell’assemblea. Papetti getta benzina sul fuoco, quando afferma di non riconoscere i tesseramenti strumentali, dell’ultimo momento, alludendo alla lista ‘Uniti si vince’ di Portaluppi. Di più, accusa lo stesso Portaluppi di avere partecipato a una cena di Forza Italia. Le reazioni non si fanno attendere: parlano Bianca Canepari, Luciano Perini e Portaluppi, di seguito Enrico Bodini, Mimmo Mirabella e il candidato alla segretaria Bonfadini. Si percepisce in modo nitido che la divisione all’interno del partito è lontanissima dall’essere superata e Razzano deve più volte richiamare all’ordine e alla calma. Lo fa, al solito, con maestria. Tanto che il dibattito, alla fine, prosegue e giunge fino al suo termine naturale: la presentazione ufficiale delle due liste.
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La lista esclusa
Qui però scoppia l’inferno, perché la lista di Portaluppi è irregolare: per statuto ci dev’essere una perfetta parità di genere (e invece manca una donna), oltre a non considerare il fatto che ogni lista deve raccogliere un certo numero di firme tra gli iscritti, ma i candidati non possono firmarla (e invece l’hanno firmata). Razzano fa di tutto per superare i problemi: quello delle firme si può sistemare, quello della parità di genere no. Ciò nonostante viene scartata l’opzione dell’esclusione. Razzano propone che sia l’assemblea degli iscritti a votare sulla semplice ammissione della lista. ‘Uniti si vince’, a questo punto, si divide. E si dividono pure gli altri iscritti e militanti presenti. Soluzione obbligata, dunque: la lista Portaluppi viene invalidata. Poco dopo Bonfadini, rimasta l’unico candidato in corsa, sarà eletta segretario.
Insulti e aggressioni
Scoppia il putiferio: i dissidenti se ne vanno. Ma quando Portaluppi (che già in precedenza aveva apostrofato un anziano militante con un inequivocabile “sei un coglione”, tanto da essere espulso momentaneamente) imbocca l’uscita, qualcuno fa un apprezzamento poco carino nei suoi confronti e allora l’ex assessore torna indietro e cerca di aggredirlo. Viene bloccato a portato fuori. Richiesto di un commento, Portaluppi smorza i toni: “Solo passione politica, nulla di più”. E’ vero, però forse si è un tantino esagerato.