Tra gli imputati c’è anche il 24enne Jacopo Cozzi, originario di Cuggiono (nel Milanese). L’associazione eversiva era guidata da un ex carabiniere
11 MARZO 2019
CUGGIONO (MILANO) – C’è anche Jacopo Cozzi, 24enne di Cuggiono (nel Milanese), tra i 18 imputati che davanti la Corte d’Assise di Chieti, in Abruzzo, dovranno rispondere, a vario titolo, di associazione con finalità di terrorismo, anche internazionale, di eversione dell’ordine democratico e di incitamento all’odio razziale.
L’inchiesta ‘Aquila Nera’
I fatti risalgono al 2014, quando nel corso dell’operazione ‘Aquila Nera’ il Ros dei Carabinieri riesce a smantellare un’associazione di estrema destra, denominata ‘Avanguardia Ordinovista’, costituita dai 18 imputati tramite la creazione del ‘Centro Studi Progetto Olimpo’ (una scuola politica di area neofascista), che richiama gli ideali del disciolto movimento politico Ordine Nuovo. L’obiettivo del 24enne cuggionese e degli altri, secondo la tesi della Procura, sarebbe stato quello di compiere “atti di violenza, come attentati a Equitalia, magistrati e Forze dell’ordine, al solo fine di destabilizzare l’ordine pubblico e la tranquillità dello Stato e poi introdursi, tramite un’apparente attività lecita di partecipazione alle elezioni con il partito da loro creato, all’interno dell’ordine democratico quale unica soluzione alla destabilizzazione sociale”, come si legge nelle carte dell’accusa.
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Il capo era un ex carabiniere
A capo di questo grande progetto eversivo ci sarebbe stato un ex carabiniere di Ascoli, Stefano Manni, già condannato a 6 anni di reclusione nel processo con rito abbreviato. E tra gli obiettivi dichiarati del gruppo, secondo quanto emerso dalle indagini, ci sarebbero stati i due ex presidenti della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco e Gianni Chiodi, la senatrice del Partito Democratico Stefania Pezzopane, il vicesindaco dell’Aquila ed ex procuratore Nicola Trifuoggi e l’allora leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini. L’inchiesta ‘Aquila Nera’, alla fine, si chiuderà con un totale di 44 indagati. Ma di questi, solo in 18, compreso il cuggionese Cozzi, sono stati rinviati a giudizio, anche se il processo stenta a decollare per via dei continui stop.
Il processo è fermo ai box
Lo scorso venerdì 22 febbraio, infatti, la Corte d’Assise di Chieti, presieduta da Guido Campli (giudice a latere Isabella Maria Allieri), ha dichiarato la nullità del giudizio immediato, ordinando la restituzione degli atti al Pubblico ministero, Antonietta Picardi: il tribunale si è pronunciato in maniera favorevole sull’eccezione sollevata dai legali di alcuni imputati, nei cui confronti si è proceduto con il giudizio immediato, nonostante durante le indagini non fossero stati raggiunti da misure cautelari. Per tutti, dunque, si procederà ora con il rito ordinario.