A rilento anche il mondo delle carni: agnelli venduti a metà prezzo dopo le festività.
19 aprile 2019
Milano – Le previsioni di Fida-Confcommercio, la Federazione dei dettaglianti dell’alimentazione, parlano chiaro: quest’anno gli italiani scarteranno meno colombe e uova di Pasqua. La Federazione prefigura infatti un calo degli acquisti di uova tra il 25 e il 30 per cento e una flessione per le colombe del 15 per cento.
I motivi
Una Pasqua lunga e con ponti favorisce le uscite dalle città e i consumi si spostano nei luoghi di villeggiatura. Non solo: secondo il presidente della Federazione dei dettaglianti dell’alimentazione, Donatella Prampolini, “il problema è che la gente è preoccupata e la propensione ai consumi risente di questo, anche del fatto di poter scongiurare l’aumento dell’Iva”. Emerge poi un mutato stile di vita, che sta portando gli italiani a una maggiore attenzione verso ciò che si acquista. Infine anche il periodo in cui ricade la Pasqua quest’anno non aiuta i consumi: a primavera inoltrata, ovvero quando si inizia a prestare un po’ più di attenzione all’ago della bilancia in vista della prova costume.
I costi
Ma quanto costa in media una colomba? Sempre secondo i dati di Fida, il prezzo per una colomba di Pasqua classica al supermercato si aggira intorno ai 3 euro. Quelle farcite hanno invece un prezzo che oscilla tra gli 8 e i 10 euro. Le colombe artigianali realizzate dalle pasticcerie, sono invece più care, a fronte anche di una qualità superiore: spesso vengono prodotte su richiesta e il loro prezzo oscilla tra i 20 e i 22 euro al chilo. Il prezzo delle uova di cioccolato, invece, si aggira sui 3-4 euro per 300 grammi, mentre in pasticceria si arriva a pagare tra i 40 e i 45 euro.
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La carne
A rilento anche il mondo delle carni: secondo l’ultimo report del Codacons pubblicato nel 2018, i consumi di carne di agnello sono calati su tutto il territorio nazionale, registrando un meno 10% rispetto al 2017. Il trend risulta essere ulteriormente in discesa anche quest’anno, nonostante si prefiguri la macellazione di circa 900.000 capi di agnello per permettere l’immissione sul mercato di quasi otto milioni di chili di carne, che dopo Pasqua sarà venduta con sconti fino al 50%. Un’immissione che quindi non è nemmeno in linea con le richieste di mercato ma risulta essere in eccesso rispetto alla effettiva domanda.