Il Carroccio punta a vincere in tutti i Comuni, Pd in difficoltà, 5 Stelle senza classe politica.
15 SETTEMBRE 2018
ALTOMILANESE – La tentazione della Lega è forte: imporre ai partiti di centrodestra (Forza Italia e Fratelli d’Italia) un proprio candidato sindaco in ogni comune al voto come unica condizione per stringere un’alleanza. In caso di diniego, allora ognuno correrà per i fatti suoi. Un ricatto, in pratica, che il Carroccio può permettersi per via dei numeri: oggi, senza i leghisti, il centrodestra non esiste.
Elezioni 2019: 15 Comuni al voto
E così, se tutti accetteranno il diktat dei luogotenenti di Matteo Salvini nell’Altomilanese, è probabile che i 15 comuni al voto nella primavera 2019 si tingeranno di verde. Questo, almeno, dicono i sondaggi. Ma dalle aspettative a centrare un risultato storico, beh, ce ne corre. Vuoi perché le Comunali risentono del clima politico generale solo in parte, ma a volte a fare la differenza sono i candidati; vuoi perché un sindaco uscente che ha ben governato potrebbe vincere al di là delle ideologie; vuoi perché in campo ci saranno, al solito, una marea di liste civiche; vuoi infine perché, in molti paesi, i partiti non ci sono più da anni e i simboli hanno meno forza. Allora non resta che una strada obbligata: analizzare ogni contesto, ogni singolo comune.
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Il ‘caso Arconate’
Partiamo da Arconate, dove il clima è già surriscaldato. Qui la Lega non ha mai avuto una sezione e il centrodestra è allo sbando dal 2015, quando l’ex sindaco Mario Mantovani fu arrestato (oggi è sotto processo a Milano). La giunta uscente – una civica di centrosinistra filo ‘grillina’ – ha buone chance di ottenere la riconferma.
Gli indecisi
Situazione fluida e incasinata ad Arluno, dove il centrosinistra si è spaccato in due, il centrodestra non trova la ‘quadra’ e i ‘grillini’ devono ancora scegliere il loro leader: può succedere di tutto. A Mesero, per ora, vincono gli indecisi, ma il sindaco uscente di centrosinistra è dato in vantaggio. Più complicato il caso di Ossona, dove governa una lista civica che sembra un arcobaleno: un po’ di destra, un po’ di sinistra, un po’ leghista, un po’ laica e un po’ cattolica. Probabilmente rivincerà, a meno che non sarà costruita un’alternativa seria, nuova e credibile. E il progetto appare velleitario. Nella piccola Nosate (il comune meno popoloso dell’intera area metropolitana) si fatica di norma a presentare una lista: qui i partiti non toccano palla. Santo Stefano Ticino resta un’incognita: 7 liste nel 2014 frammentarono il voto e la situazione potrebbe ripresentarsi identica.
Pd in difficoltà
A Busto Garolfo c’è un sindaco Pd uscente, che ha senza dubbio fatto molto, ma che ha pure sbagliato molto. Se il centrodestra dovesse correre unito, il primo cittadino perderebbe. L’opposizione, tuttavia, è divisa e un’unica coalizione anti ‘dem’ appare irrealistica. Si gioca una delicata partita a Castano Primo. La Lega è molto forte nei numeri, ma è difficile che il centrodestra possa presentarsi compatto. Al contrario del centrosinistra, scarso in termini di voti, però granitico. Previsioni impossibili. Da seguire con attenzione il caso Casorezzo, dove nel 2014 vinse una lista civica pura contro tutti i partiti, di destra e di sinistra. Se facesse il bis, sarebbe un piccolo miracolo politico. Stessa cosa vale per Inveruno, dove il sindaco uscente Pd ha lavorato bene, realizzato tanto e risolto problemi ventennali. Solo che tutto questo potrebbe non bastare, perché da queste parti la Lega è veramente fortissima e, per la prima volta, il centrodestra potrebbe correre unito.
Le riconferme (quasi) certe
Marcallo con Casone, salvo sorprese, resterà terra leghista (lo è da oltre vent’anni), mentre Bernate Ticino finisce il lungo ‘regno’ di Osvaldo Chiaramonte (Forza Italia) e, di successori, non se ne vedono. Se il centrodestra si presenterà compatto, sarà difficile batterlo, ma l’opposizione ha un vantaggio sugli avversari: dispone di una classe dirigente preparata. Potrebbe essere l’arma in più per tentare il ‘colpaccio’. A Boffalora la Lega sembra destinata alla riconferma, nonostante qualche litigio dentro la coalizione, perché Forza Italia, dopo 10 anni di Carroccio, rivendica (senza insistere) il candidato sindaco. A Robecco sul Naviglio le forze politiche ci sono eccome, in particolare Pd e Lega. I ‘dem’ sono in leggero vantaggio: non per i numeri, ma per la qualità (e la quantità) di classe dirigente. Da ultimo, Vanzaghello: è il paese in cui la Lega vanta da sempre la percentuale più alta. Eppure, da un quarto di secolo, vince sempre il centrosinistra. Merito di chi amministra e demerito di un’opposizione che definire frammentata è un eufemismo.