La nuova linea ad alta tensione è la più lunga del mondo: porterà corrente dalla Svizzera a Milano.
22 SETTEMBRE 2018
TURBIGO (MILANO) – Si chiama Interconnector e, una volta realizzato, sarà il più lungo elettrodotto di corrente ‘in linea continua’ del mondo. La megainfrastruttura, dalla lunghezza di 180 chilometri, partirà dal confine svizzero a nord di Domodossola e terminerà a Baggio, alle porte di Milano, attraversando quindi anche tutto il nostro territorio.
Un capolavoro di tecnologia
Lo scopo di Interconnector, progettato e realizzato da Terna (il gestore della rete elettrica nazionale), è di aumentare la capacità e l’efficienza della rete elettrica della Lombardia, garantendo, soprattutto alle imprese, più energia elettrica e a prezzi più bassi. Per fare ciò si è deciso di realizzare una linea del tutto nuova, che andrà a sostituire gli elettrodotti attualmente in funzione sull’asse Domodossola-Milano. Il tracciato seguirà quasi integralmente quello delle vecchie linee, ma la tecnologia utilizzata sarà del tutto diversa. I fili riceveranno l’energia proveniente dalla Svizzera a corrente alternata, che sarà trasformata in corrente continua ad altissima tensione nella stazione di scambio a tecnologia avanzata di Palazzeno, a pochi chilometri dal confine elvetico, dove sofisticati macchinari effettueranno la conversione da alternata a continua ad altissima tensione. L’Interconnector, grazie alla tecnologia ‘Hvdc’, porterà la corrente fino a Baggio, dove sarà realizzata un’altra stazione di conversione, gemella di quella che sorge a Palazzeno, che ritrasformerà il flusso energetico da continuo ad alternato e lo immetterà nella rete distributiva che serve abitazioni e aziende.
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I tempi di realizzazione
L’infrastruttura è già in corso di realizzazione, e la parte dal confine svizzero fino a Domodossola (che corre in quota tra montagne e pascoli) è già quasi interamente stata costruita. Il tratto dall’alto lago Maggiore fino a Milano, che attraversa anche zone urbanizzate e densamente abitate, è già stato interamente progettato, ma i lavori, tranne che in alcune zone di campagna, non sono ancora partiti. Terna, infatti, ha deciso di dare ascolto alle istanze di alcuni sindaci e comitati di cittadini, preoccupati per l’impatto che Interconnector potrebbe avere sia sull’ambiente, sia, soprattutto, sulla salute dei cittadini e per questo motivo nel corso dell’estate sono stati studiati miglioramenti sotto il profilo dell’impatto ambientale. Terna ha recentemente confermato il cronoprogramma originale, che prevede il completamento dell’opera entro la fine del 2019 e l’entrata in funzione entro il 2020. Il nostro territorio L’Interconnector attraverserà tutto il Castanese e il Magentino. La ‘superlinea’ elettrica seguirà il fiume Ticino fino a Nosate, per poi entrare nel territorio di Turbigo e toccare lungo il suo percorso, Robecchetto, Malvaglio, Cuggiono, Bernate, Magenta, Corbetta, Vittuone, Sedriano e Bareggio, prima di concludere il suo tracciato nella stazione di conversione di Baggio. In alcuni tratti del suo percorso la linea sarà interrata, ma nella maggior parte scorrerà sostenuta da megatralicci in acciaio, tipici delle grandi linee ad alta tensione.
L’impatto sulla popolazione
Secondo Terna, Interconnector non rappresenta un rischio né per l’ambiente né per la salute dei cittadini: si tratta di una linea elettrica come ce ne sono molte in tutta la Lombardia, è solo la ‘portata’ dell’elettrodotto a essere superiore alle consuete linee ad alta tensione. Certo, occorre rispettare la normativa sui campi magnetici e le prescrizioni che stabiliscono le distanze minime che devono passare tra i tralicci e le abitazioni. In Piemonte molte amministrazioni comunali hanno chiesto e ottenuto incontri con Terna, che si sono quasi sempre conclusi con un aumento delle distanze di sicurezza e con altri interventi di mitigazione ambientale. In Lombardia, al contrario, Interconnector sembra non interessare quasi a nessuno. Tra i pochi che si sono mobilitati c’è Francesco Gritta, ambientalista e consigliere comunale di minoranza a Turbigo. “Serve – attacca Gritta – un incontro tra Terna, l’amministrazione comunale e i cittadini, prima di tutto per capire che impatto avrà il megaelettrodotto sul nostro territorio; il Comune dovrebbe poi chiedere un’indagine epidemiologica (un sondaggio che prevede l’impatto dell’infrastruttura sulla salute dei residenti, ndr) e, se è il caso, eventuali compensazioni”. Ma non basta: “A Turbigo – continua Gritta – l’area dove passeranno i tralicci secondo il Pgt in vigore risulta senza destinazione d’uso, quando invece è densamente abitata. Vi sorge persino un campo sportivo e ben tre quartieri residenziali: Scaldasole, Belvedere e Arbusta”. Il rischio, che potrebbe non essere limitato a Turbigo ma riguardare anche altri comuni del Castanese e del Magentino, è che il tracciato sia stato disegnato con informazioni solo parziali sullo stato del territorio. Interconnector si farà comunque, ma il tracciato può ancora essere modificato, in modo da non passare in zone densamente abitate. Il tempo però sta scandendo e i sindaci dei paesi interessati da Interconnector devono muoversi. E anche in fretta.