La 20enne incinta, residente a Bernate Ticino, ammette di aver mentito: “Sono stato Influenzata da mia mamma, da mia zia e da mia sorella”
BERNATE TICINO (MILANO) – 20enne incinta accusa il fidanzato di averla picchiata e minacciata con una pistola. Indagato per maltrattamenti in famiglia, il giudice gli vieta di incontrarla con un’ordinanza, ma lei poi ritratta tutto.
20enne incinta accusa il fidanzato
E’ una storia incredibile quella che vi raccontiamo da Bernate Ticino, comune di poco più di 3.000 abitanti dell’hinterland Milanese. I protagonisti sono V.Z., 30enne pregiudicato di origini albanesi residente ad Abbiategrasso, e F.F., 20 anni, di Bernate Ticino. Tutto nasce da una denuncia, sporta ai Carabinieri di Abbiategrasso il 1° dicembre, in cui la ragazza accusa il compagno convivente di averla “aggredita verbalmente, con cadenza pressoché quotidiana, ingiuriandola e minacciandola con frasi del tipo ‘zitta pu****a, devi fare quello che dico io’.
Le percosse
Non solo: la ragazza lo accusa di averla “percossa ripetutamente con schiaffi volto, mentre si trovavano in auto, cagionandole un vistoso gonfiore al viso”. Secondo la ragazza, classe 2001, l’uomo l’avrebbe inoltre “aggredita fisicamente senza alcun motivo, afferrandola per i capelli, trascinandola in corridoio, lanciandole addosso uno stendino e percuotendola con una violenza tale da farle uscire il sangue dal naso”. L’avrebbe poi “aggredita sotto l’effetto di cocaina, minacciando di ammazzarla mentre le puntava contro una pistola”. Infine si sarebbe “introdotto nell’abitazione della persona offesa dopo aver scavalcato la recinzione e aver sfondato la porta di ingresso, proferendo minacce”.
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Divieto di avvicinamento
Accuse gravissime e apparentemente circostanziate. Tanto che il giudice per le indagini preliminari di Milano, Chiara Valori, ha emesso il 10 dicembre un’ordinanza impositiva che vieta al 30enne di “avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa e, in particolare, all’abitazione di costei in Bernate, con obbligo di osservare una distanza di almeno 500 metri da lei e dai suoi congiunti, con espresso divieto di contatti con la donna, con qualsiasi mezzo”.
Il colpo di scena
Subito dopo decisione del Tribunale, il colpo di scena. La ragazza ha ritrattato tutte le accuse, sostenendo di “essere stata condizionata e influenzata da mamma, zia e sorella”, che non vedono di buon occhio il 30enne pregiudicato, forse anche per “motivi razzisti”. La conferma è arrivata dal legale difensore dell’indagato, Roberto Grittini: “La ragazza ha ammesso di essersi essersi inventata tutto, abbiamo in mano prove granitiche. Purtroppo alcuni pubblici ministeri vedono gli asini che volano e ritengono sia possibile che il mio assistito sia andato in un’armeria a recuperare pistola e proiettili. Non è vero nulla e lo dimostreremo ampiamente”. Ora la 20enne di Bernate Ticino, che aspetta un bambino dal suo compagno, rischia di finite indagata per calunnia, ovvero per aver dichiarato il falso in una denuncia alle Forze dell’ordine.
