La moglie del sindaco Giuseppe Pignatiello ha presentato domanda per un posto in un’ente pubblico (Azienda Sociale), dove il marito, nel ruolo di sindaco, è tra i soci. Legittimo? Certo. Opportuno? L’opposizione dice di no. Ma il sindaco, invece di rispondere, la butta in caciara

di Ersilio Mattioni

CASTANO PRIMO (MILANO) – Continua a far discutere la vicenda della moglie del sindaco Giuseppe Pignatiello, al secolo Maristella Colombo, che si è candidata per un posto in Azienda Sociale. Nulla di illegittimo, dal punto di vista formale. La questione è piuttosto di opportunità, perché Azienda Sociale è l’ente pubblico che gestisce le politiche assistenziali nel Castanese, i cui soci sono i Comuni (compreso quello di Castano Primo).

La moglie del sindaco

La notizia è diventata pubblica qualche settimana fa, quando sul sito web di Azienda Sociale è stata resa nota la graduatoria “per assunzioni a tempo indeterminato di personale con qualifica di impiegato amministrativo – categoria 3”. Tra i candidati ammessi alla prova orale (i colloqui si sono tenuti martedì 26 luglio, alle ore 9, al primo piano della biblioteca del comune di Inveruno) c’era anche la moglie di Pignatiello: Maristella Colombo.

“Questione di etica”

Interpellato da Libera Stampa l’Altomilanese, il capogruppo del Centrodestra per Castano, Roberto Colombo ha spiegato: “Nulla di formalmente illegittimo, ben inteso. Piuttosto è una questione di etica e di opportunità politica. Pignatinello è il presidente dell’assemblea dei sindaci, è lui ad aver proposto il nuovo presidente di Azienda Sociale (l’ex sindaco di Castano Primo, Fausto Sanson, ndr). Se sua moglie fosse stata assunta, saremmo stati davanti a uno scandalo. Ma a mio avviso è stato troppo anche solo avanzare la candidatura”.

Il curriculum

La moglie di Pignatiello ha una laurea breve in Scienze motorie e attualmente è impiegata presso un’azienda privata. Alla fine il posto in Azienda Sociale è stato assegnato ad altri per scelta della Commissione giudicatrice.

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Il conflitto

Nulla di male nel voler cambiare lavoro, ma forse sarebbe stato meglio non cercare un impiego in un ente pubblico che ha tra i suoi soci proprio il marito nel ruolo di sindaco. Se parlare di conflitto d’interessi è sbagliato (la legge non vieta la circostanza narrata), parlare invece di inopportunità, per l’opposizione, non sembra un azzardo.

La prima replica del sindaco

Pignatiello, interpellato da Libera Stampa l’Altomilanese, aveva inizialmente dichiarato: “Mia moglie è libera di cogliere le opportunità che ritiene. Ha visto il bando e ha presentato la domanda. Che c’è di male? Io, peraltro, non ne sapevo nulla e quando l’ho saputo, non ne ho parlato con nessuno”. Ma è davvero credibile che una moglie non dica al proprio marito di voler cambiare lavoro?

La seconda replica del sindaco

In una recente intervista con il nostro giornale, Pignatiello è tornato sul tema con tre considerazioni. La prima: “Mi spiace che si provi a fare politica mettendo di mezzo la vita privata di persone che nulla c’entrano con la mia attività di sindaco. Credo che ognuno abbia il diritto, nelle regole e nelle leggi, di avanzare una richiesta per una opportunità professionale”. La seconda: “Dispiace ancora una volta constatare la totale mancanza di argomenti di una parte di opposizione castanese”. La terza: “Questa politica non mi piace, non è la mia e non potrà mai esserlo. Ringrazio i tanti cittadini che si sono stretti attorno alla mia famiglia, biasimando un comportamento che non posso che definire assurdo e irresponsabile”.

La domanda inevasa

Pignatiello però non ha risposto alla domanda dell’opposizione. Posto che non è vietato, è opportuno che sua moglie si sia candidata per un lavoro in Azienda Sociale (dove il marito, nel ruolo di sindaco, è uno dei soci)? Questo è una considerazione politica, che non c’entra nulla con la vita privata. Allora non si può dire “Questa politica non mi piace e non sarà mai la mia”, perché significa buttarla in caciara. Né si può dire “Ringrazio i cittadini che si sono stretti attorno alla mia famiglia”, perché non c’è stato nessun lutto e nessuna tragedia. Insomma, meno prosopopea e meno melodramma. Rispondere alle domande è un preciso dovere di ogni pubblico amministratore.