Secondo le perizie del pm e della famiglia il suicidio sarebbe solo una messa in scena per coprire il delitto
22 DICEMBRE 2018
MAGENTA (MILANO) – Morì per “strangolamento omicidiario” e poi il corpo venne appeso “per inscenare un impiccamento suicidiario”. Con queste parole, in linguaggio strettamente giuridico, si riapre il caso della stilista 37enne, Carlotta Benusiglio, trovata morta impiccata con la sua sciarpa a un albero in piazza Napoli a Milano.
Indagato il magentino Marco Venturi
Per la morte della giovane la Procura ha messo sotto indagine, con l’accusa di omicidio volontario, il fidanzato della ragazza, il magentino Marco Venturi. Oggi due nuove perizie, una del Pubblico ministero e l’altra della famiglia, definiscono uno scenario diverso da quello finora avallato dai tribunali. Carlotta è stata trovata senza vita all’alba del 31 maggio 2016, in piazza Napoli a Milano. Da subito le indagini si sono incentrate su Venturi, con il quale la ragazza aveva una relazione travagliata. La prima inchiesta, però, si è conclusa con la richiesta di archiviazione, alla quale la famiglia della giovane si è opposta, ottenendo la riapertura del caso. Le nuove indagini, affidate al Pm Antonio Cristillo, hanno messo in luce nuovi particolari. La sorella di Carlotta ha denunciato più volte in televisione e sui giornali le presunte violenze subite dalla stilista da parte di Venturi. Accuse che il magentino ha sempre rispedito al mittente.
Sostieni la Libera Informazione
Sul nostro giornale on line trovi l’informazione libera e coraggiosa, perché noi non abbiamo padroni e non riceviamo finanziamenti pubblici. Da sempre, viviamo soltanto grazie ai nostri lettori e ai nostri inserzionisti. Noi vi offriamo un’informazione libera e gratuita. Voi, se potete, dateci un piccolo aiuto.
Le perizie
La Procura, dopo il ricorso, ha fatto riesumare il cadavere della stilista la scorsa primavera e disposto una perizia sul corpo. Stessa cosa hanno fatto i consulenti dei familiari di Carlotta. I risultati confermerebbero la tesi accusatoria: secondo il consulente della Procura la donna sarebbe stata strangolata “con un mezzo naturale, ovvero serrando la stessa sciarpa che la donna indossava” e poi sarebbe stato simulato il suicidio lasciando “il corpo, ormai cadavere, sospeso all’albero”. Alla perizia del Pubblico ministero fa eco quella effettuata dai consulenti dei familiari, secondo l’esperto “un soggetto che seguiva Carlotta a pochi passi di distanza” la pedinò e nel parco avrebbe compito “la sua aggressione, attingendo il collo di Carlotta con un braccio oppure afferrando la sciarpa che la stessa indossava e serrandola violentemente”. I risultati delle nuove perizie contrastano con quella disposta dal Giudice per le indagini preliminari, che ha invece confermato la tesi del suicidio non rilevando “lesioni” riconducibili a un “eventuale strangolamento, parziale o totale, con successiva sospensione del corpo”.
La decisione del Pm
Ora il Pm deve decidere se chiudere le indagini e chiedere il processo per Venturi oppure avanzare la richiesta di archiviazione. Secondo la Squadra mobile, Venturi ha passato la nottata a bere e litigare con la fidanzata. L’uomo, che è anche accusato di stalking in un’altra indagine, è passato nel volgere di qualche anno da persona informata sui fatti (con fascicolo in via di archiviazione) a indagato per istigazione al suicidio, fino a essere accusato di omicidio volontario aggravato.