L’ex sindaco di Magenta, Chiara Calati, si toglie qualche sassolino dalle scarpe e presenta il conto ai partiti: “Il problema erano loro, non io”. Poi ironizza sul coordinatore di Forza Italia, Enzo Tenti: “Voleva comandare e ha preso 29 voti”

di Ersilio Mattioni

MAGENTA (MILANO) – “Visti i risultati, direi che il problema di Magenta non era il sindaco, piuttosto i partiti, alcuni politici e alcuni assessori”. Ha aspettato l’ufficialità, l’ex sindaco Chiara Calati. E poi, all’una di notte nel suo ufficio in municipio, ha rilasciato a ‘Libera Stampa l’Altomilanese’ e a ‘Tele Milano-Pavia’ l’unica intervista della campagna elettorale, togliendosi non pochi sassolini dalle scarpe.

Signor sindaco, un ballottaggio più combattuto del previsto. Se l’aspettava?

“Beh, un po’ sì. Però mi lasci dire che sono felicissima per la vittoria di Luca Del Gobbo”.

Di Luca Del Gobbo o del centrodestra?

“Cinque anni fa il centrodestra aveva trionfato con il 60% al ballottaggio e ricordo di aver vinto in tutte le sezioni: 21 su 21. Questa volta mi pare che sia andata un po’ peggio, perché in 6 sezioni ha vinto il candidato del Pd, Enzo Salvaggio, anche con uno scarto significativo”.

Come legge questo dato?

“Prima di tutto mi pare evidente che questa è la vittoria di Luca Del Gobbo. La sua lista ha preso il 22% ed è in assoluto il primo partito della coalizione. L’elettorato si è espresso e ha dato indicazioni precise, naturalmente per chi le vuole capire”.

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Proviamo a capirle insieme?

“Per esempio, le preferenze dicono molto, anche sulla mia giunta. E non solo”.

Su chi altro?

“Qualcuno che è venuto da un altro paese (riferimento implicito a Enzo Tenti, giunto da Vittuone per guidare Forza Italia in campagna elettorale, ndr) e che non ha preso neppure 30 voti. Forse prima di dire agli altri come si fa a governare bisognerebbe fare una piccola autoanalisi”.

Ora è Del Gobbo che farà i conti con i partiti. Avrà le stesse difficoltà?

“Sono sicura che saprà mettere in campo una squadra di alto profilo e gli auguro di avere una maggioranza unita e coesa. Altrimenti diventa difficile governare, com’è successo a me. In alcuni momenti i litigi in maggioranza hanno pesato molto sulle decisioni”.

Perché i partiti del centrodestra hanno lasciato sul campo una marea di voti?

“Probabilmente la città ha capito che il problema non era il sindaco, piuttosto la squadra e i partiti”.

Oggi da ex sindaco, se potesse tornare indietro, farebbe scelte radicali e cambi radicali, anche alla sua giunta?

“Assolutamente sì. Ora lo posso dire. Mi sono pentita di non aver agito in modo più incisivo appena dopo la metà del mio mandato, cambiando alcuni assessori. Una cosa che peraltro Del Gobbo mi aveva suggerito. Poi i partiti me lo impedirono e io dovetti rispettare la volontà della coalizione”.

Cos’altro avrebbe fatto, senza le ‘catene’ dei partiti?

“Avrei gestito in modo completamente diverso la questione Asm e la nomina del nuovo presidente (Elisabetta Lanticina fu di fatto imposta da Forza Italia, ndr), che rappresenta una delle pagine più brutte e più tristi per la politica locale e per la nostra coalizione”.

Perché i partiti fanno così fatica a esprimere qualità nella classe dirigente?

“C’è una riflessione più ampia da fare. Intanto serve il ritorno delle ‘scuole di partito’ e poi i dirigenti dovrebbero pensare di più a far crescere i giovani. Altrimenti si chiudono in se stessi e poi questi sono i risultati”.

Del Gobbo si appresta a varare la nuova giunta. Da ex sindaco, gli consiglia la totale discontinuità?

“Gli consiglierei di ascoltare i segnali della città: quelli di consenso e quelli di dissenso. Ma Luca sa benissimo ciò che deve fare”.

Lei resterà in campo?

“Certo. Il mio partito, Lombardia Ideale, si prepara alla sfida delle Regionali 2023”.

Sarà candidata per un posto in Regione?

“Questo non si può dire. E non lo so. Di sicuro ci sarà il mio impegno e tutta la mia passione”.