Caos al pronto soccorso di Magenta, nel Milanese. Una donna denuncia: “Incinta di 8 mesi, ho aspettato 8 ore per una visita”. Ma per i responsabili tutto funziona bene

29 DICEMBRE 2017

di Francesca Ceriani

MAGENTA (MILANO) – Le attese infinite al pronto soccorso non sono una novità, né all’ospedale ‘Fornaroli’ di Magenta né in nessun altro nosocomio italiano. E’ la prassi: chi non è ritenuto un paziente ‘urgente’, può passare in ospedale anche tutta la notte in attesa di essere visitato, vedendosi passare davanti casi ben più gravi del suo.

Il caso

E questo succede anche in situazioni che, pur non essendo da ‘codice rosso’, sono comunque ‘al limite’; per esempio quando si tratta di una donna in stato di gravidanza, come dimostra la testimonianza di una paziente: “Incinta di quasi 8 mesi ho dovuto aspettare 8 ore prima di essere visitata”.

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Pronto soccorso pediatrico

Ma finché si tratta di adulti, nei limiti del possibile, si può capire e accettare più o meno tutto (anche se una donna incinta che aspetta 8 ore per una visita non rientra tra ciò che possiamo considerare ‘accettabile’). Le code di ore invece, come raccontano alcuni genitori, diventano inaccettabili quando i pazienti sono i bambini, spesso anche molto piccoli, costretti a trascorrere le ore notturne al pronto soccorso pediatrico a causa della scarsità di personale: “C’è un solo pediatra”, raccontano i genitori che hanno vissuto sulla propria pelle la brutta esperienza di vedere i propri figli soff­rire. Ed è quanto accade, secondo chi ci è passato, nella sala d’aspetto del nosocomio magentino: “Decine di bambini in attesa per molte ore, su scomodi seggiolini, in preda a crisi di pianto e capricci, nella speranza di essere visitati il prima possibile dall’unico pediatra di turno”. Poi ci sono i genitori che, in preda alla preoccupazione per la salute dei propri piccoli, spesso perdono la pazienza e si scagliano contro la responsabile dell’accettazione, ovviamente ‘innocente’, chiedendo insistentemente che i piccoli vengano visitati al più presto. Una situazione al limite dell’esasperazione, che non fa altro che aumentare l’ansia dei genitori e l’insoff­erenza dei bambini.

Sistema al collasso

Stando ai racconti si tratterebbe quindi di un sistema al collasso, sia al pronto soccorso pediatrico sia in quello generale, come ribadito da altre testimonianze: “Ma possibile arrivare al pronto soccorso pediatrico e trovare tanti bambini che hanno bisogno di essere visitati e sentirsi dire che mancano i dottori? Non è il sistema giusto”. E come dare torto a questo papà che ha portato il figlio al pronto soccorso su consiglio telefonico proprio del personale medico di Magenta ma, dopo diverse ore di attesa, ha deciso di andare da un’altra parte? Una riflessione approfondita andrebbe però fatta sulle responsabilità. Si può davvero attribuire la colpa al personale sanitario, spesso esausto a causa dei turni massacranti (a volte anche doppi, per coprire i ‘buchi’)? Pesano come un macigno le parole di un’infermiera: “Gridano con noi infermieri o medici ma purtroppo non possiamo fare di più: siamo distrutti!”. O forse le cause vanno ricercate nella mala gestione della sanità pubblica, che si trascina così da anni e che, forse, è addirittura peggiorata?

Le spiegazioni dei responsabili

A spiegare, dati alla mano, la situazione all’interno del nosocomio magentino sono Luciana Parola, direttrice della Pediatria e Neonatologia, e Massimo Dello Russo, responsabile del pronto soccorso di Magenta e Abbiategrasso. “In pediatria abbiamo un pediatra dedicato nelle ore diurne, dalle 8 alle 20 – dichiara Parola – ed è una vera ricchezza che in altre strutture non hanno. La notte invece il pediatra di turno deve gestire sia il reparto sia il pronto soccorso ma, in caso di urgenza, c’è sempre un pediatra reperibile a casa”. Pur non affrontando i casi specifici da noi segnalati, di cui non si conoscono i dettagli medici, Parola tiene a sottolineare che per le donne in gravidanza esiste un pronto soccorso dedicato, quello ginecologico, che si trova al terzo piano: “Se il problema riguarda la gravidanza, la donna viene mandata immediatamente nel reparto dedicato, senza dover attendere al pronto soccorso generale. Difficile quindi che si aspetti 8 ore”.

I dati

Circostanza confermata anche da Dello Russo: “Se il problema non riguarda direttamente la gravidanza, ma potrebbe comunque avere ripercussioni sul bambino, la donna viene visitata immediatamente”. Entrambi i responsabili non negano che, a volte, succede che le attese siano più lunghe: “Soprattutto durante le festività e i ponti – dichiara Parola – il pronto soccorso si riempie perché i pediatri di base sono in ferie”, ma per quanto riguarda la parte di pediatria non è necessario, secondo la direttrice, un incremento di personale: “Abbiamo 12.000 visite all’anno e i tempi di attesa sono molto bassi, un’ora circa. Aumentare il personale non avrebbe senso; si sta invece cercando di rivolgere i ‘codici verdi’ al di fuori del pronto soccorso, per evitare che si sovraffolli di ‘‑nte urgenze’”.

I progetti futuri

Al pronto soccorso generale, invece, i tempi di attesa sono di 55 minuti per i ‘codici bianchi’ e di 50 minuti per i ‘codici verdi’, ma si sta comunque provvedendo a incrementare il personale, anche in vista dell’apertura, prevista per il prossimo anno, del nuovo pronto soccorso: “L’incremento sarà graduato in base alle esigenze – dichiara Dello Russo – e riguarderà sia i medici sia gli infermieri. La procedura, già avviata alla fine del 2016, ha permesso di far fronte anche al lieve aumento dei pazienti, del 5 per cento, registrato in seguito alla chiusura notturna del pronto soccorso di Abbiategrasso. Nonostante questo, quindi, i dati delle attese sono in linea con lo scorso anno”. Stando alle dichiarazioni dei due responsabili, il pronto soccorso di Magenta sarebbe tra i migliori del nostro territorio. Allora come si spiegano le numerose lamentele degli utenti che, per la legge dei grandi numeri, non posso essere tutte false?