La piattaforma web di criptovalute Weenzee chiude da un giorno all’altro e smette di pagare: coinvolti centinaia di utenti in tutta Italia. Un audio esclusivo incastra uno dei leader

29 LUGLIO 2019

di Alessandro Boldrini

Prometteva facili guadagni con le criptovalute, ma alla fine si è rivelato il più classico degli schemi Ponzi. L’ennesimo nel selvaggio mondo del web, dove le truffe sono sempre dietro l’angolo. Stiamo parlando di Weenzee, piattaforma russa di trading online per mesi sulla cresta dell’onda anche in Italia.

Il meccanismo di Weenzee, gestito da un bot automatico, è molto semplice: dopo aver creato un portafoglio online di criptovalute, queste vengono scambiate con altre monete virtuali prive di valore sul mercato (dette per l’appunto Weenzee o Tokens WNZ) e poi investite nei settori ‘giusti’ da un anonimo team di professionisti per farne aumentare il valore. Dopo alcuni giorni, infine, chi investe può prelevare le somme depositate nel suo portafoglio virtuale, guadagnandoci una piccola percentuale. Percentuale che aumenta sia in base alla durata dell’investimento sia in base alla quota versata in partenza. Ad esempio, dopo 30 giorni il guadagno è del 23,40%; dopo 60 del 56,40%; e così via fino al 378% di redditi extra in poco meno di un anno. Insomma, con 30 euro investiti in partenza, dopo 90 giorni – la durata ottimale del portafoglio secondo i creatori della piattaforma – si possono portare a casa circa 57 euro. O meglio, si potevano. Perché dallo scorso 4 luglio la società russa ha smesso di pagare ed è completamente sparita dai radar.

Il sito di Weenzee, che corrispondeva al dominio weenzee.com, risulta addirittura chiuso. E così, centinaia di persone in Italia che si erano improvvisate broker finanziari si sono ritrovate a bocca asciutta e con le tasche – pardon, il portafoglio – completamente vuote. Ma dove sono finiti tutti i soldi investiti dagli utenti nella piattaforma? Semplice: nei portafogli (quelli veri in questo caso) dei sedicenti leader di Weenzee, che nelle ultime settimane stanno facendo sparire ogni traccia del loro passaggio sul web. Come i video di lancio in pompa magna della piattaforma, i ‘post’ o i messaggi con cui incoraggiavano nuovi adepti a investire soldi e a reclutare nuovi aspiranti broker.

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Perché alla fine il guadagno stava tutto lì: nel reclutamento. Convincendo altre persone a entrare nel business, infatti, era possibile salire di livello nella gerarchia interna di Weenzee guadagnando posizioni e arricchendosi grazie alle percentuali ricavate dagli investimenti di tutte le persone alla base della piramide. Un sistema pericoloso, capace di mandare sul lastrico migliaia di famiglie, contro cui la Consob (la Commissione nazionale per le società e la Borsa) combatte da mesi, ordinando l’oscuramento di decine di siti e di pagine Facebook.

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I bonus e i livelli della carriera in Weenzee

Nel caso di Weenzee, però, le cose sembrano essere andate diversamente. Un audio esclusivo (clicca qui per ascoltarlo) in possesso di Libera Stampa l’Altomilanese, infatti, dimostra come la chiusura della piattaforma in Italia sia una precisa volontà dei suoi vertici, pronti a fare le valigie e a trasferirsi in altri paesi dopo aver ‘guadagnato’ cifre mostruose (si parla anche di un milione di euro) grazie al reclutamento. A parlare è uno dei presunti top-leader italiani: “Hanno inaugurato anche un ufficio in Argentina, quindi chiuderanno in Italia, passeranno in un altro canale e nel c**o ve lo prenderete… tu (uno dei partecipanti al business a cui è indirizzato il messaggio, ndr) e la Consob! Io tra 14 giorni incasso 3.600 Weenzee, con 1.400 investiti… e non ho fatto un c***o! Ciao”.

Ma chi c’è dietro a Weenzee? Prima che andasse offline, il sito non forniva alcuna informazione utile sul proprietario, sul gestore di questo business né tantomeno alcun recapito da poter contattare per fare delle domande. Tutto ciò che sappiamo è che il dominio del portale web – che fa capo alla Weenzee Ltd, una società a responsabilità limitata con sede al civico 43 di Bedford Street a Londra – è stato registrato il 15 agosto del 2018 da un certo Mareks Pavlovskis, 19enne originario della Lettonia, socio unico dell’azienda. A parte qualche riferimento sui registri delle imprese britanniche, però, di questo Pavlovskis non c’è alcuna traccia. Come ormai non c’è più alcuna traccia neanche delle pagine social di Weenzee. Unico ‘superstite’ un canale Telegram con oltre 80.000 partecipanti, che non viene più aggiornato dal 4 luglio scorso, data in cui la piattaforma ha ‘scammato’ (è collassata) e la società ha interrotto tutti i pagamenti.

“Quello del finto trading online è un sistema molto diffuso – dichiara Alessandro Norcia, esperto di truffe su Internet che da tempo si batte contro le attività di quelle che poi si rivelano essere associazioni a delinquere – tanto che alcuni ex leader di Weenzee ora consigliano d’investire i propri risparmi in altre piattaforme, chiaramente illegali”. Alessandro ha fondato anche un sito, Il Gatto e la Volpe nel Web, attorno al quale ruotano professionisti, figure competenti, ma soprattutto segnalatori e vittime di questi raggiri, uniti dalla volontà di “creare coscienza nelle persone per allontanarle o farle uscire da questi sistemi ingannevoli”. Un vero e proprio team di esperti pronto a “dare preziosi consigli e nozioni strategiche su come evitare di essere truffati”. Perché, conclude l’esperto, “è ora di finirla di reclutare persone in piattaforme con il mero scopo di guadagnare sui loro risparmi!”. Chi volesse avere maggiori informazioni sull’attività di Alessandro può continuare a seguire Il Gatto e la Volpe nel Web iscrivendosi all’omonimo gruppo Facebook, che ad oggi conta già più di 3.700 utenti, compresa la nota giornalista, scrittrice e opinionista televisiva Selvaggia Lucarelli.