Commercio, sanità, sicurezza e diritti: il comune di Marco Ballarini vince su tutti i fronti.

29 GIUGNO 2019

di Ersilio Mattioni

CORBETTA-MAGENTA (MILANO) – Che Magenta sia, per vocazione naturale, la città leader del territorio, in tutta onestà, è persino ovvio. Eppure, negli ultimi anni, questo primato è andato progressivamente scemando. Al punto che la vicina Corbetta – pur più piccola per numero di abitanti – sta surclassando la Città della Battaglia sotto ogni punto di vista.

Slogan leghisti

Sono i dati a parlare, non le opinioni. Magenta si sta chiudendo in se stessa, sta diventando egoista e intollerante, sta conducendo guerre stupidissime contro la libertà, i diritti civili e la cultura. E non basta la presenza di un prevosto illuminato, come don Giuseppe Marinoni, che Pietro Pierrettori definì “il vero sindaco” e che prova, in mezzo a mille difficoltà, a stimolare un dibattito denso di contenuti e di sostanza, lontano dagli slogan della nuova amministrazione, ormai succube della Lega e dei suoi fantasmi, nemici immaginari che alimentano la macchina del consenso.

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Il commercio

Un giretto in piazza o lungo via Roma è sufficiente, per esempio, per rendersi conto che i negozi stanno chiudendo e che, quelli aperti, hanno davvero pochi clienti. Non è colpa dei commercianti (almeno, non solo), è colpa della politica che, per rivitalizzare il commercio, non sta facendo nulla. Anzi, non sembra avere nessuna idea. E allora ha voglia il primo cittadino di Magenta, Chiara Calati, a cambiare 5 vestiti in un giorno per poi scrivere su Facebook di averli comprati in città. Se bastasse questo, chiunque sarebbe in grado di fare il sindaco. Nella vicina Corbetta, invece, il commercio è fiorente nonostante la crisi e nell’ultimo anno si registra persino l’apertura di nuove attività: ristoranti, locali, negozi.

La sanità

Sul fronte sanità, inoltre, Magenta non ha ancora affrontato lo spinoso tema del calo di fatturato delle farmacie comunali, del quale dovrebbe occuparsi l’assessore leghista Luca Aloi. Il ‘buco’ è stimato tra i 250.000 e i 300.000 euro. Secondo la maggioranza, la ‘colpa’ sarebbe delle farmacie private. E allora perché a Corbetta il Comune ne apre addirittura un’altra, con l’opzione h24?

La sicurezza

Ma è sulla sicurezza che l’amministrazione magentina fa la figura peggiore. Dopo aver agitato il tema come una clava durante la campagna elettorale del 2017, oggi a distanza di oltre 2 anni la situazione furti e atti vandalici è persino peggiorata. E si scopre pure che la tanto decantata videosorveglianza è ‘difettosa’: o le telecamere sono guaste oppure non ci sono dove servirebbero. Un disastro su tutta la linea. E non bastano i proclami del vicesindaco leghista, Simone Gelli, né il suo bizzarro tentativo di dare la colpa al Pd per tutto. Un po’ funziona, all’inizio, ma poi la gente si stufa del solito disco rotto. A noi gli ‘sceriffi’ non piacciono. Però se Gelli vuole essere tale, chieda a Marco Ballarini come si fa: il sindaco di Corbetta, in questi anni, ha dimostrato che il controllo del territorio si può fare e si può fare con risultati più che apprezzabili.

I diritti civili

Infine, è meglio non aprire il capitolo cultura e diritti civili: Magenta, dopo aver cancellato la stagione culturale dell’ex sindaco Marco Invernizzi, sta conducendo una guerra insulsa conto la comunità islamica (che chiede solo un posto per pregare) e contro gli omosessuali, cui il Comune nega persino il patrocinio per il Pride. A Corbetta, invece, i diritti costituzionali non vengono messi in discussione, nonostante il sindaco si atteggi spesso a podestà. Ma Ballarini (che ha dato ospitalità alla stagione culturale, abolita in terra magentina) ha capito come deve comportarsi il sindaco di una città che ha l’ambizione di guidare il territorio: apertura, inclusione, tolleranza e, soprattutto, politica.