A Magenta, nel Milanese, Stefania Chiorlin vive nel degrado da 5 anni: “Non riesce a leggere, a cucinare e a mantenere pulita la casa, sopravvivo grazie al parroco”

14 FEBBRAIO 2018

di Riccardo Sala

MAGENTA (MILANO) – Disabile intrasportabile, ipovedente e abbandonata da tutti. E’ la drammatica situazione di Stefania Chiorlin, 57enne residente da 5 anni nelle case popolari di via Toti, che ha denunciato al nostro giornale l’impossibilità di avere un’assistenza adeguata e un confronto con l’amministrazione comunale.

Spazzatura, ruggine e degrado

Siamo andati a trovarla nel suo appartamento al piano terra del complesso vicino alla stazione. Un tavolo, tre sedie, un letto e un divano di cui quasi non si vede la federa, tant’é coperto da ogni genere di oggetto. Scatoloni ammassati contro le pareti, sporcizia, ruggine e disordine. Non ha bicchieri. Ci versa un caffè di cortesia nel contenitore vuoto di uno yogurt.
“Chi mi ha chiuso qui dentro sta solo aspettando che io muoia – lamenta Stefania – perchè vivo in condizioni terribili e nessuno si prende la briga di darmi una mano. Da sette mesi sto cercando di avere un appuntamento con il sindaco o un assessore, ma nonostante lettere e chiamate sono stata sempre respinta dalla segreteria. A oggi non ho ancora avuto una risposta soddisfacente”. Le chiediamo quali sono i problemi che vorrebbe portare al sindaco. Ci allunga una serie di cartelle cliniche: “Non posso stare in piedi e ho disturbi dell’equilibrio. 10 anni fa un incidente mi ha spezzato la schiena e da lì tutto è andato a rotoli. Non posso neanche essere trasportata perchè le vibrazioni delle automobili mi possono danneggiare la colonna vertebrale: il solo passaggio dei treni in stazione mi dà fastidio. In questa casa c’è un’umidità altissima e fa freddo, non mi fa bene per niente. Poi ci vedo pochissimo e non riesco a leggere, ho una grave asma e danni al tessuto interno dell’orecchio”. Le conseguenze sulla vita quotidiana sono ovvie: Stefania non esce di casa, non riesce a lavarsi, a tenere pulita la casa e cucinare.

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“Non ricevo nessuna pensione d’invalidità”

Lo stesso vale per le pratiche burocratiche che le permetterebbero di accedere all’invalidità: “Io non ricevo nessuna pensione, perchè non riesco a leggere e a compilare i moduli. Un po’ mi aiutano i contributi pubblici che già ho, come il pagamento sporadico di luce e gas, ma per vivere devo fare affidamento sulle donazioni dei vicini e della Parrocchia. Questi soldi per altro vanno via in ‘mance’ per convincere le persone a farmi la spesa o a dare una pulita alla casa”. Ad aggravare le condizioni di Stefania la denutrizione. Pesa 35 chili per un metro e sessanta di altezza. “Ricevo 5 pranzi a domicilio a settimana e me li faccio bastare. E’ già tanto se da sola riesco a cucinarmi una pastina”. Ma il vero mostro è la solitudine, che si fa ancora più grave nella malattia. Stefania non ha parenti in grado di prendersi cura di lei. “Non ricevo mai visite – continua – se non per portarmi qualcosa attraverso la finestra. Una volta i dolori alla schiena mi hanno costretta a letto per tre giorni, durante i quali non ho mangiato né bevuto. Qualche tempo fa mi si è rotta la caldaia: sono stata al freddo per due anni prima che Comune e Aler intervenissero. Sono anche stata spesso vittima di furti e soprusi. Entrano e non posso fare nulla, poco a poco mi hanno rubato tutto quello che ho”.

L’assessore: “Situazione già conosciuta e presa in carico”

Di fronte a questa situazione, al limite della dignità umana, abbiamo chiesto spiegazioni all’assessore alle Politiche sociali Patrizia Morani: “Ci tengo a precisare innanzitutto che un contatto con la signora c’è stato, ma non avrei di certo problemi a incontrarla nuovamente. Però non voglio sindacare di questo: la sua situazione è gravissima, ma nota da tempo ai servizi sociali, i quali hanno già messo in campo alcune misure. Per i nuovi strumenti di assistenza richiesti bisognerà affidarsi alle graduatorie comunali: l’assessore non può favorire qualcuno o approvare una misura da un giorno all’altro. Di buono c’è che le richieste della signora sono già state prese in carico, anche a fronte del nuovo piano regionale per la riqualificazione delle case popolari voluto da Regione Lombardia. Il Comune di Magenta non abbandonerà di certo una persona in difficoltà come la signora Chiorlin”.

Stefania Chiorlin, 57enne disabile che vive nelle case Aler di via Toti