Si è svegliato dal coma il 35enne nordafricano, che era stato accoltellato con 12 fendenti durante una lite a casa di Luigi Gatta. Quest’ultimo, già agli arresti domiciliari per furto con strappo, era finito in carcere. Ma secondo il ferito, non è stato Gatta a cercare di ucciderlo: sporta querela contro ignoti

di Francesco Colombo

INVERUNO (MILANO) – Con tutta probabilità sarà scarcerato nelle prossime ore Luigi Gatta, il 41enne inverunese che era accusato arrestato per tentato omicidio, con l’accusa di aver accoltellato, nel pomeriggio di martedì 5 aprile, uno spacciatore di 35 anni di origine marocchina nella palazzina al civico 22 di via Palestro, a Inveruno, al culmine di una lite furibonda per un debito di droga. Gatta, al momento dell’aggressione, si trovava agli arresti domiciliari con l’accusa di furto con strappo. Aveva tentato di rapinare un’anziana di 84 anni a Casorezzo, ma era stato eroicamente fermato dal sindaco Pierluca Oldani.

Il risveglio dal coma

Le forze dell’ordine avevano individuato Gatta come l’autore materiale dell’accoltellamento, visto che il ferito si era lanciato dal suo balcone al primo piano con l’intento di salvarsi. Invece no, non è così. Il 35enne accoltellato, che fino a ieri era ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale San Gerardo di Monza, oggi si è risvegliato dal coma. E, clamorosamente, ha scagionato Luigi Gatta: “Non è stato lui a ferirmi e a cercare di uccidermi, ma altre persone che mi stavano seguendo”. Il 41enne inverunese si sarebbe semplicemente limitato a “stare inerme durante l’aggressione” e a dire “bravi” a coloro che hanno picchiato il nordafricano.

Il giudice: “Ora va scarcerato”

Sulla dinamica, il Gip Patrizia Nobile nutre comunque forti dubbi. Anche se ha effettivamente disposto la revoca della misura cautelare in carcere: “C’è assoluta necessità di approfondimenti investigativi sul ruolo effettivamente avuto da Gatta nella vicenda”. Ma questi approfondimenti dovranno proseguirsi “a piede libero”, in quanto non esiste più un quadro di gravità tale da giustificare la permanenza in prigione.

L’avvocato: “La giustizia ha funzionato”

Per tornare davvero a piede libero, Gatta deve convincere l’altro magistrato. Il giudice che lo ha messo in carcere per il furto di Casorezzo, Fabrizio Filice, dovrebbe ripristinare la misura degli arresti domiciliari. Toccherà al suo avvocato, Roberto Grittini, lavorare in questo senso. In ogni caso, i fatti sembrano dare ragione al legale di Abbiategrasso, che già al momento dell’arresto invocava prudenza (GUARDA LA VIDEO-INTERVISTA). “La giustizia funziona – chiosa Grittini – perché i magistrati si sono resi conto dell’insussistenza dei gravi indizi a carico del mio cliente e ne hanno disposto la scarcerazione. Ricordiamoci che le prime ricostruzioni non sempre sono quelle corrette. Ora bisogna capire chi ha accoltellato il 35enne”.

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