Arconate dice addio a Giovanni Gadda, aveva 56 anni. Uomo di poche parole, sensibile e intelligente. Esperto di musica rock, fu musicista e collezionista di dischi in vinile. Dalla vita avrebbe meritato molto più di ciò che ha avuto

di Attilio Mattioni

ARCONATE (MILANO) – È morto, a soli 56 anni, Giovanni Gadda, animo gentile e persona di grande umanità. Lo piangono i fratelli Antonio, Cherubino e la sorella Luisa. I suoi funerali saranno celebrati ad Arconate lunedì 19 settembre, alle ore 10.30, partendo dalla chiesa parrocchiale dove verrà celebrata la Santa Messa, per poi proseguire per il campo santo.

Addio a Giovanni Gadda

Giovanni è uno dei primi bambini di cui ho memoria. Eravamo insieme all’asilo, come allora veniva chiamata la scuola materna, ed era, già a cinque anni, uno di poche parole, come di poche parole è rimasto per tutta la vita. “Perché parli poco?”: questa era la domanda che tanti gli rivolgevano quando, prima da adolescenti e poi da ragazzi, ci si trovava in piazza, sotto i portici della farmacia. E lui ribatteva pronto, con la sua tipica cantilena: “Parlo quando ho qualcosa da dire”. Giovanni, anche da adulto, è rimasto una persona silenziosa, per carattere certo ma anche per scelta personale. Ed è un vero peccato, perché era una persona che di cose interessanti ne avrebbe avute tante da dire.

Musicista e collezionista

Dotato di un’intelligenza non comune, si era costruito, quasi completamente da autodidatta, una cultura di notevole spessore, di quelle che non trovano riscontro nei titoli accademici ma non per questo meno profonda. Come profonda era la sua passione per la musica. Musicista, suonava la chitarra acustica e quella elettrica, era un grandissimo esperto di rock: la sua collezione di dischi in vinile, iniziata quando aveva 12 anni, era arrivata a contare centinaia di album. Purtroppo, dall’età adulta, la vita non è stata sempre generosa con lui: Giovanni aveva un animo gentile e sensibile ma anche molto fragile e le vicissitudini che il destino gli ha riservato lo hanno segnato tanto profondamente quanto ingiustamente.

Il ricordo

Caro Giovanni, avevamo entrambi cinque anni quando ci siamo conosciuti e la notizia della tua morte prematura mi è arrivata mentre giocavo con mio figlio, che oggi ha proprio cinque anni, al parco del canale, in una splendida mattinata di sole di fine estate. Anche per questo la tua dipartita da questo mondo mi è sembrata ancora più ingiusta e incomprensibile. Che la terra ti sia non lieve ma lievissima, quasi eterea. Quella stessa terra, che non ti ha certo dato tutto quello che avresti meritato di avere, te lo deve.

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