Retroscena • il sindaco avrebbe preparato la lettera d’addio, poi ci avrebbe ripensato
“Io c’ero, a Sedriano e in tutte le manifestazioni antimafia, al contrario di tanti altri sindaci”. E’ perentorio, Giancarlo ‘Lucio’ Lonati. Non vuole che la sua persona e il suo partito, il Pd, siano sfiorati neppure dal più piccolo sospetto di timidezza nei confronti della mafia. Che a Bareggio ha il nome della famiglia Musitano. Lonati, che guida una maggioranza traballante che si regge su un solo voto, avverte: “Sono pronto a dimettermi oggi stesso”. Signor sindaco, è vero che settimana scorsa scrisse la lettera di dimissioni e poi, all’ultimo, cambiò idea? “L’ho detto altre volte. Sono pronto a dimettermi oggi stesso. Se il Pd e la lista ‘Io amo Bareggio’ dimostreranno di voler lavorare fino al 2018 per realizzare il programma che ci lega, bene. Se invece mancheranno le condizioni, andremo a casa. Non sono attaccatto alla poltrona. Resto qui finché si può lavorare”. E’ una minaccia? “No, è una promessa. Non ho intenzione di ricarndidarmi la prossima volta. Svolgerò un solo mandato se e solo se ci sarà la possibilità di svolgerlo al meglio”. Perché le liste civiche ‘Noi con voi’ e ‘In volo’ l’hanno abbandonata? “Pretendevano di imporre le loro decisioni a tutti, con il ‘ricatto’ del loro peso in consiglio comunale. Poi addirittura hanno preteso che togliessi la delega al loro assessore di riferimento, Silvia Bona. Per me invece stava lavorando bene, dunque l’ho confermata. E loro hanno rotto. Pace, ne faremo a meno”. Governare con un solo voto è un’impresa titanica. Basta un mal di pancia politico e la maggioranza va in crisi. Non è preoccupato? “Certo, basta un mal di pancia anche non politico, reale. La situazione è complessa”. Perché, durante la campagna elettorale 2013, nessuno ha parlato di mafia? Nella città che è il regno dei Musitano avete paura? “Alle manifestazioni antimafia ci sono sempre stato, mentre altri sindaci c’erano solo quando venivano le televisioni. E ai Musitano abbiamo detto più volte ‘no’, come quando volevano aprire un ciringuito di fianco al Garden, in zona agricola. Oppure nel caso della sala slot: abbiamo subito limitato gli orari, imponendo la chiusura notturna, mentre i titolari volevano l’apertura 24 ore su 24”. Però il suo comune è uno dei pochissimi a non aver aderito alla manifestazione di solidarietà al magistrato antimafia Nino di Matteo. Perché? “Problemi di maggioranza, dibattiti interni. Ma la nostra solidarietà a Di Matteo è totale, mia e del Pd”. Torniamo alla situazione politica. Perché non dialogate con la sinistra radicale e con i ‘grillini’? “Con la sinistra era impossibile: vogliono solo contarsi, non condividere un programma. E con il Movimento 5 Stelle c’è una situazione particolare. Il capogruppo (Simone Ligorio, ndr) viene dal centrosinistra e ha il dente avvelenato. Sapete cosa vi dico? Cosa? “Che serve un vero rinnovamento. La vecchia classe dirigente deve cambiare. Troppi personalismi, dunque troppo litigi. Avanti i giovani”.