Sedriano, la storia straziante di Giuseppe: “In ospedale non mi hanno permesso di vedere mia madre prima che morisse”

di Redazione

SEDRIANO (MILANO) – “Non mi hanno permesso di vedere mia madre prima che morisse”. E’ una storia straziante, quella di Giuseppe Dimola, residente a Vittuone, figlio di Angela Moramarco, 96 anni, di Sedriano. La donna è morta lo scorso 21 agosto, all’Hospice di Magenta. Era stata ricoverata al nosocomio cittadino il 14 luglio, dopo la rottura del femore.

“Non ho potuto vedere mia madre”

“Una fine probabile, ma il modo ancor m’offende – commenta rammaricato il figlio -. Non recrimino su ritardi e inefficienze, pur presenti, ma sull’epilogo”. Nei primi giorni dopo l’operazione, mentre la madre si trovava in Traumatologia, Giuseppe ha potuto vederla due volte alla settimana. “L’11 agosto è stata trasferita in Medicina perché aveva un endema polmonare – spiega l’uomo -. Da quel momento non ho più potuto fare visita a mia madre. Nonostante la legge (legge del 18 febbraio 2022, ndr) garantisca 45 minuti di visita per i parenti, al reparto di Medicina 2 dell’ospedale di Magenta mi hanno detto che non erano concesse le visite perché quella era un’area Covid. Se avessi saputo che la stavano portando in un reparto Covid, non lo avrei consentito”.

Il trasferimento

Venerdì 19 agosto l’ospedale comunica a Giuseppe che, la domenica, la madre sarebbe stata trasferita all’Hospice. “Ho chiesto come stava mia madre e il medico mi ha detto che era stabile, a volte agitata, altre tranquilla. Dalle sue parole non avrei mai immaginato che fosse in fin di vita”. La domenica, l’amara sorpresa. “Non appena l’hanno accolta, mi hanno convocato all’Hospice. La direttrice mi ha informato che mia madre non avrebbe superato la notte, aggiungendo che in tali condizioni non era opportuno il trasferimento dall’ospedale”. Solo in quel momento Giuseppe ha potuto vedere la madre, ormai in coma, incosciente.

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Il decesso

Dopo poche ore, il decesso. “Mia madre ormai non c’è più. Ma trovo inumano che l’ospedale non mi abbia avvisato che mia madre era in fin di vita. Credo sia un diritto di tutti conoscere le reali condizioni di un parente. E poi non hanno rispettato la legge, che prevede le visite: mia mamma, molto religiosa, non ha potuto avere i conforti del prete”.

Nessuna risposta dall’ospedale

Giuseppe ha interrogato l’azienda sanitaria su quanto accaduto, senza ricevere risposte per il momento. Anche noi abbiamo chiesto la versione dell’ospedale, ormai tre settimane fa, ma nessuno ha fatto chiarezza su quanto accaduto.