Riccardo Bossi, il rampollo dell’ex leader della Lega Nord, ne ha combinate di tutti i colori: il Tribunale di Milano lo ha condannato a 1 anno e 8 mesi per essersi appropriato dei soldi del movimento; il tribunale di Varese lo accusa di aver acquistato le gomme della sua Porche senza mai saldare il conto e pure un benzinaio lo ha denunciato per un debito da 1.300 euro

16 NOVEMBRE 2016

di Attilio Mattioni

BUSTO ARSIZIO (VARESE) – Ancora guai giudiziari per Riccardo Bossi, il figlio maggiore dell’ex leader della Lega Nord, Umberto. Il tribunale di Busto Arsizio ha condannato il rampollo ‘lumbard’ a 10 mesi di carcere per truffa aggravata. La vicenda risale al dicembre del 2014, quando Bossi junior aveva acquistato un orologio Rolex, un anello e un girocollo da Ceccuzzi, storica gioielleria bustocca, ma non li aveva mai pagati. I gioielli erano un regalo natalizio per l’allora fidanzata di Riccardo, mentre l’orologio sarebbe stato consegnato al titolare di un’attività di noleggio auto per saldare un vecchio debito. Il gioielliere glieli aveva incartati e consegnati sulla fiducia: del resto lui era ‘il figlio dell’Umberto’. Una fiducia della quale Bruno Ceccuzzi si è però subito pentito.

“Sono il figlio dell’Umberto”

Non solo Riccardo Bossi non si è più fatto vedere in negozio per saldare il conto, circa 26.000 euro, ma continuava ad accampare scuse, invocando anche il nome del padre, quando la gioielleria lo sollecitava telefonicamente a presentarsi e a pagare. A un certo punto il titolare del negozio ha perso la pazienza e ha sporto denuncia. Si è così arrivati al processo: il pubblico ministero Fabio Portera aveva chiesto una condanna a un anno e 2 mesi, mentre l’avvocato difensore di Bossi, Stefano Banfi, aveva chiesto l’assoluzione o, in subordine, una riclassificazione del reato. Il Tribunale ha però accolto la tesi accusatoria e ha condannato il figlio del ‘senatur’ a 10 mesi di carcere, oltre al risarcimento del danno, quantificato in 11.820 euro.

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Gli altri processi in corso

Ma i guai di Riccardo Bossi non sono finiti. I suoi acquisti ‘incauti’ lo hanno portato di fronte a un altro tribunale, quello di Varese. I giudici del capoluogo varesino lo accusano di aver acquistato merce da un gioielliere e da un meccanico (che gli aveva venduto le gomme per la sua Porsche) senza pagare il conto. Come se non bastasse, un benzinaio di Buguggiate, un paese vicino a Varese, ha presentato un esposto ai Carabinieri, sostenendo che il primogenito di Umberto Bossi non avrebbe pagato carburante per un valore di 1.300 euro.

Il precedente

Bossi junior è poi stato già condannato a un anno e otto mesi di carcere per appropriazione indebita aggravata dal Tribunale di Milano, per aver attinto ai fondi pubblici della Lega Nord senza averne diritto.