Paolo Nespoli, ospite del Gruppo di ricerca storica di Busto Garolfo, nel Milanese, parla di spazio tra passato e futuro. Dalla competizione tra Usa e Urss al sogno di sbarcare su Marte e alle velleità della Cina
BUSTO GAROLFO (MILANO) – “Lo sapete come si fa a realizzare i sogni impossibili? Prima si sogna poi ci si sveglia e ci si da da fare”. L’ex astronauta e ingegnere Paolo Nespoli fa tappa a Busto Garolfo, nel Milanese, per parlare della sua esperienza a partire dalle origini fino ai giorni nostri. Non senza un’ironia che alleggerisce la natura storica e scientifica del suo racconto, l’ospite era stato contattato già nel 2019 dal Gruppo di ricerca storica, ma il Covid (e le condizioni di salute dello stesso Nespoli) hanno fatto sì che l’evento slittasse. L’appuntamento di venerdì 29 aprile ha fatto il tutto esaurito.
Nespoli nella storia
Una vicenda storica, quella di Nespoli, che si intreccia con quella personale a partire dalla Guerra fredda e dalla competizione nello spazio tra le due potenze mondiali, Russia e America. Tema centrale della conferenza è stata l’impossibilità di raggiungere certe mete, che la ricerca e i viaggi hanno molte volte smentito: a partire da John Fitzgerald Kennedy, il quale dichiarava che sarebbe andato sulla luna nel decennio della sua presidenza, per passare a Nespoli stesso, che fin da piccolo sognava la sua professione, venendo puntualmente preso per pazzo.
I “pinguini”
Nespoli si dice orgoglioso per la partenza della collega Samantha Cristoforetti e ricorda con ironia il nome che la sua classe aveva ricevuto durante l’addestramento del 1998 per la permanenza nella stazione spaziale: “penguins”, ovvero i pinguini. Il nome venne scelto per sottolineare come anche avendo i requisiti in molti non sarebbero riusciti a vedere la terra dall’alto, perché i candidati astronauti erano fin troppi.
La stazione spaziale
La tappa successiva è stata la permanenza nella Iss, la Stazione spaziale internazionale. Il cosmonauta racconta di come la mancanza di forza di gravità rappresentasse un problema non indifferente, gli stratagemmi per convivere con la gravità zero. Per esempio,le tasche con il velcro per trattenere gli oggetti alle maniglie della stazione spaziale. Questo permetteva di rimanere fermi e di lavorare solamente se ancorati con il piede. Nespoli ricorda, con non poco divertimento, il numero di oggetti persi perché accantonati e fluttuati via nella stazione in balia delle correnti.
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Elogio di Elon Musk
La conferenza guarda anche al presente e al futuro: si elogia la figura di Elon Musk proprio per la sua determinazione sempre in tema di “cose impossibili”. Nespoli lo vede come un uomo che ha ridato grande fascino alla corsa allo spazio. Più volte è stata nominata Space X, l’azienda del miliardario sudafricano: sta riuscendo a rendere privato il settore dei viaggi spaziali tramite i suoi prodotti e invenzioni. “Gli ha fatto vedere come funzionano le cose”, ha detto l’illustre ospite riferendosi a chi tacciava Musk di essere folle.
Andare su Marte
Nel rispondere alle domande del pubblico, Nespoli ha affrontato il tema del prossimo passo per il viaggio su Marte. E anche il forte interesse della Cina per la luna e le sue risorse. “Quando ero piccolo dicevano che in 15 anni saremmo andati su Marte, lo stesso quando ho iniziato a studiare, quando mi sono laureato e quando sono andato in pensione”.
Arrivano i cinesi
C’è forte scetticismo nelle parole dello scienziato. ma solamente per quanto riguarda le tempistiche dell’impresa. Nespoli confessa di confidare nelle ambizioni di chi oggi è ancora giovane e aggiunge che un eventuale annuncio di viaggio spaziale cinese non farebbe che innescare una competizione con gli Stati Uniti molto simile a quella avvenuta negli Anni ’70-80. Allora come oggi, il pensiero principale degli americani sarebbe lo stesso: “I cinesi vogliono tornare sulla luna? Noi ci andremo prima”.