Il comune di Busto Garolfo, nel Milanese, verso la paralisi per sciopero. I sindacati hanno cercato fino all’ultimo di trovare una soluzione ma non c’è stato nulla da fare: la linea dura del sindaco Pd, che ha di fatto imposto una nuova organizzazione in municipio senza nessun confronto, è stata ribadita anche in prefettura. Si va verso uno scontro senza precedenti

15 FEBBRAIO 2017

di Daniele Di Sica

BUSTO GAROLFO (MILANO) – Il comune di Busto Garolfo, nel Milanese, è sull’orlo di una crisi irreversibile. La nuova riorganizzazione comunale e la creazione della figura di un nuovo dirigente in municipio ha scatenato l’ira di quasi tutti i dipendenti comunali. I sindacati, settimana scorsa, sono scesi in campo per difendere i funzionari contro le scelte del segretario comunale, Giacomo Andolina, avallate e anzi ispirate dal sindaco Pd, Susanna Biondi.

Verso lo sciopero generale

Dopo aver promosso lo stato di agitazione, è successo qualcosa che in un comune per ora non si era mai visto in tutto il territorio dell’Altomilanese. Durante l’incontro con il viceprefetto, che si è tenuto settimana scorsa, tra il sindaco Biondi, il segretario Andolina e il sindacato CSA infatti, non è stato trovato nessun accordo tra le parti. E i sindacati, convinti fino all’ultimo che una soluzione sarebbe stata individuata, stanno ora valutando come procedere, ipotizzando di proclamare lo sciopero generale.

Sostieni la Libera Informazione


Sul nostro giornale on line trovi l’informazione libera e coraggiosa, perché noi non abbiamo padroni e non riceviamo finanziamenti pubblici. Da sempre, viviamo soltanto grazie ai nostri lettori e ai nostri inserzionisti. Noi vi offriamo un’informazione libera e gratuita. Voi, se potete, dateci un piccolo aiuto.

Parla il sindacato: “Esterrefatti”

E’ esterrefatto, il segretario del CSA Mimmo Godano: “Dal punto di vista delle relazioni sindacali, il sindaco e il segretario comunale non ne vogliono sapere nulla. Siamo stati ricevuti dal viceprefetto. Abbiamo tentato una conciliazione. Niente da fare. In particolar modo il segretario comunale è rimasto fermo sulle sue posizioni, sostenendo che quella da loro intrapresa era una mera informazione preventiva e che non necessitava di essere conciliata”. Ma come si è arrivati allo stato di agitazione? Godano continua senza troppi giri di parole: “Noi siamo stati coerenti, abbiamo chiesto all’amministrazione comunale di congelare la nuova riorganizzazione e di ascoltare le nostre idee su come migliorare il progetto anche per tutelare i dipendenti comunali. Ma dopo un’ora di discussione abbiamo preso atto che tutto è stato inutile. Adesso faremo le nostre valutazioni, perché non ci possiamo fermare. Né dal punto di vista sindacale né da quello amministrativo. Vedremo in base a tutta la documentazione e alla verifiche sindacali che estremi e condizioni ci sono per procedere”.

“Un sindaco irragionevole”

L’ipotesi di indire uno sciopero in comune è tutt’altro che inverosimile, anzi. Godano però sottolinea come il comportamento del sindaco sia una novità. Nel senso che in tanti anni di sindacato, Godano non aveva mai affrontato una situazione così. “Quello che mi lascia veramente perplesso – dichiara – è l’atteggiamento del sindaco Biondi, che non comprendo. Non riescono a capire che c’è una divisione tra la politica e l’amministrare un comune. Mi aspettavo che lei ci convocasse per aprire un tavolo, ma non c’è stato niente da fare. Noi eravamo disposti anche ad aiutarla, potevamo collaborare su alcuni aspetti. Invece il primo cittadino ha dato dei compiti alla nuova posizione organizzativa che non esistono, non ci sono, non quadrano”. Lo sciopero sembra essere a questo punto l’unica via percorribile. Radicale, ma necessaria