Il principale indagato dell’inchiesta sui Carabinieri di Piacenza avrebbe spedito a Daniele Giardino, giovane di Santo Stefano coinvolto nell’inchiesta, foto e sms compiaciuti sui pestaggi dei pusher.

di Francesca Ceriani

SANTO STEFANO (MILANO) Daniele Giardino, giovane di Santo Stefano Ticino, è coinvolto nell’inchiesta sulla caserma degli orrori di Piacenza. Come riportato dal Corriere della Sera, Giardino avrebbe ricevuto le foto dei pestaggi dei pusher e ne avrebbe riso.

La foto degli orrori

Un uomo a terra, ammanettato, il volto tumefatto per le botte ricevute, gli occhi chiusi. E’ questa la foto choc, pubblicata dal Corriere della Sera, a riprova dei pestaggi che avvenivano all’interno della caserma dei Carabinieri ‘Levante’ di Piacenza. Massacri messi in atto da sei uomini dell’arma, arrestati lo scorso luglio, e ora a processo per le torture, le violenze, le estorsioni, le rapine ai danni degli spacciatori e il traffico di stupefacenti. L’immagine è stata ritrovata dagli inquirenti nel cellulare dell’appuntato Giuseppe Montella, l’uomo al centro di questa vicenda, considerato il ‘capo’ dei carabinieri infedeli. Uno scatto agghiacciante, che sembra ritrarre una scena di ordinaria quotidianità. L’immagine è stata depositata dai pm Matteo Centini e Antonio Colonna agli atti dell’inchiesta, coordinata dal procuratore capo Grazia Pradella, che ha svelato gli orrori che si verificavano all’interno della caserma ‘Levante’.

Daniele Giardino, il giovane di Santo Stefano coinvolto

Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, Montella avrebbe scattato la foto nell’aprile del 2020 e l’avrebbe poi inviata non a un collega carabiniere, bensì a Daniele Giardino, 26 anni, residente a Santo Stefano Ticino. Giardino (in foto, la sua immagine segnaletica) è accusato dai pm di essere una delle figure di spicco dell’organizzazione. Sarebbe stato lui, infatti, a fare da ponte tra la zona del Magentino e le piazze dello spaccio di Piacenza. E sempre il 26enne avrebbe trafficato droga insieme al carabiniere piacentino. La vicinanza tra Montella e Giardino, nonché il ruolo di spicco che quest’ultimo ricopriva, è dimostrata anche dai messaggi che si sarebbero scambiati, commentando la foto dell’orrore. I due avrebbero irriso compiaciuti e con frasi di sarcasmo il poveruomo disteso sul pavimento della caserma. Si tratta di un italiano, di circa 40 anni che, fermato dai carabinieri, aveva opposto resistenza. Per questo motivo i carabinieri lo avrebbero trascinato in caserma e malmenato. Di queste umiliazioni, Giardino e Montella avrebbero riso: d’altronde, dalle indagini è emerso che i pestaggi di sangue nella caserma di Piacenza erano all’ordine del giorno.

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