Il derby tra Castanese e Legnano a porte chiuse, nonostante i 6 milioni investiti per il nuovo campo sportivo. Manca il certificato di agibilità. Proteste dei tifosi
CASTANO PRIMO (MILANO) – Campo sportivo: spesi 6 milioni di euro per la sua riqualificazione, ma ancora non c’è il certificato di agibilità. E così la Castanese è costretta a giocare (e vincere) a porte chiuse. E’ accaduto domenica 2 ottobre allo stadio ‘Annibale Sacchi’, dove è andato in scena il sentitissimo derby tra i neroverdi e il Legnano, vinto dai padroni di casa per 2 reti a 0. La decisione presa dalla Lega Nazionale Dilettanti era stata resa nota dalla Castanese a 24 ore dal fischio d’inizio.
Spesi 6 milioni, ma al campo sportivo manca l’agibilità
“Per effetto della mancanza della certificazione di agibilità relativa al campo di Castano Primo – ha scritto in una nota la Lega – si comunica che la gara Castanese-Legnano sarà disputata a porte chiuse”. Nessuna alternativa è stata possibile e così è stato. Subito si sono sollevate numerose polemiche. Le critiche, dei tifosi, sono arrivate soprattutto a fronte della grossa somma, circa 6 milioni di euro, spesa dall’amministrazione Pignatiello per la realizzazione del nuovo impianto sportivo.
La paradossale spiegazione del sindaco
Il sindaco Giuseppe Pignatiello ha provato a fornire una sorta di giustificazione: “La Castanese – commenta Pignatiello – nel mese di luglio è stata promossa in serie D. Questa promozione ha implicato degli adempimenti burocratici da parte del Comune. I nostri uffici si sono subito mobilitati per permettere l’utilizzo del campo sportivo a 200 persone. Con questa prima procedura il 99 percento delle partite può essere disputato. Nel frattempo, ci siamo mossi con gli organi competenti e con gli enti interessati per capire se c’è la possibilità di ampliare ulteriormente la capienza”. Ma perché il Comune, progettato il nuovo campo sportivo, non ha previsto la possibile promozione in serie D con annessi e connessi? Quando si spendono 6 milioni, forse, bisognerebbe valutare tutto.