Il giovane politico, in aula con mamma e papà, ha già risarcito le ragazze: sentenza il 4 febbraio

19 GENNAIO 2016

di Ersilio Mattioni

CORBETTA (MILANO) – E’ il tipico ‘bravo ragazzo’: 26 anni, laureato in Storia, volontario in parrocchia, guida turistica al museo del Santuario dei miracoli, membro della Confraternita del rosario e, dal 2011, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale. Poi succede quello che non ti aspetti, quello a cui nessuno vuole credere: il giovane Andrea Balzarotti avrebbe preso da Facebook le foto di diciassette ragazze, ne avrebbe fatto una sorta di collage e pubblicato su un sito porno. Avrebbe pure aggiunto la dicitura “sexy ragazze italiane”. I fatti risalgono al 2013 e per due lunghi anni non è trapelato nulla. Ora però si è aperto il processo penale a Milano. Se da un lato le parti offese, di età compresa fra i 26 e i 27 anni, sono state risarcite e non si costituiranno parti civili, dall’altro resta un’ipotesi di reato che attiene alla privacy, per la quale la Procura procederà d’ufficio.

Tutto comincia con una denuncia alla Polizia postale, i cui uomini sono specializzati in reati informatici. Il capogruppo di Forza Italia viene così identificato come responsabile di quelle fotografie ‘rubate’ e buttata in rete, perché il pc incriminato è suo. Ma nella piccola Corbetta, cittadina di 18 mila abitanti alle porte di Magenta, tutti o quasi difendono l’uomo di fiducia del parroco. Il sindaco leghista, Antonio Balzarotti, scomoda la Costituzione e la presunzione di innocenza e, richiesto di un commento sull’opportunità delle dimissioni dell’imputato da consigliere comunale, aggiunge: “Nessuno può andare contro la volontà del popolo. E in assenza di una condanna definitiva, non sarò certo io a chiedergli di dimettersi”. Pure le opposizioni si mostrano tiepide. Rifondazione Comunista parla di “vicenda che merita dei chiarimenti”, mentre il Pd chiosa: “Conosciamo Andrea. Tutto ciò ci sembra surreale e assurdo”. Di buon senso la dichiarazione di Monica Maronati, che come Balzarotti siede sui banchi di Forza Italia: “Se ha sbagliato, chieda scusa. Se no, lo invito a fare chiarezza, perché circolano troppe informazioni contraddittorie”. Bisogna andare in casa Nuovo Centrodestra, con Marco Ballarini, per registrare gli unici commenti declinati al femminile: “Se i fatti che vengono attribuiti a Balzarotti sono veri, la nostra solidarietà va alle ragazze offese”.

Già, le diciassette ragazze. Sono tutte ex studentesse del liceo Salvatore Quasimodo di Magenta, come del resto il capogruppo di Forza Italia. Il quale ne conosceva alcune personalmente e altre soltanto di vista. Qualcuno arriva a dubitare che Balzarotti sia stato capace di quella bravata, ipotizzando che stia in realtà ‘coprendo’ il vero autore o la vera autrice. “C’è un procedimento penale in corso, nell’ambito del quale si accerteranno le responsabilità”, spiega Nicoletta Collalto, legale di fiducia del giovane politico. Aggiungendo: “Alla prima udienza le ragazze non si sono costituite parti civili e questo perché la trattativa fra loro e il mio cliente è già stata chiusa. Non voglio sminuire la vicenda di cui stiamo parlando, pur facendo notare che si tratta di una circostanza (la pubblicazione delle foto sul sito hard, ndr) durata solo qualche ora”. Il fatto che le ex studentesse, per rinunciare alla causa, abbiamo ricevuto un risarcimento (che sarebbe di 1.300 euro a testa più il pagamento delle spese legali, ipotesi sulla quale Collalto dice di non poter “né confermare né smentire”) non sarebbe per Balzarotti un’ammissione di colpevolezza. Il suo avvocato chiarisce infatti di aver “semplicemente utilizzato gli strumenti di legge”.

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Ormai siamo alle battute finali del processo. Lunedì 11 gennaio è andata in scena l’ultima udienza prima della sentenza, fissata per il 4 febbraio. Nell’aula 6 bis della sesta sezione penale del Tribunale di Milano tocca l’avvocato di Balzarotti ha chiesto e ottenuto che l’udienza si svolgesse a porte chiuse. Un sospiro di sollievo per il giovane politico berlusconiano, che si è presentato a palazzo di giustizia accompagnato da mamma e papà.

Nella piccola Corbetta, intanto, regna l’incredulità. “Proprio lui – commenta qualche cittadino in piazza – che quando passa una bella donna, non si lascia mai scappare un commento. Lo facciamo spesso, noi uomini. Lui no, mai una parola fuori posto. Tutto casa, chiesa e comune”.

(Ha collaborato Daniele Di Sica)