Anche un’ammenda da 800 euro e il risarcimento di tutte le spese processuali alle parti civili al 54enne residente ad Arluno, nel Milanese
2 APRILE 2018
ARLUNO (MILANO) – Sperava forse di passarla liscia, il pirata della strada che nel 2012 ferì due persone dopo essere passato con il rosso e non si accertò nemmeno delle condizioni delle sue vittime. Ma così non è stato.
La condanna
Dieci mesi di reclusione, un’ammenda di 800 euro e il risarcimento di tutte le spese processuali alle parti civili: è questa la sentenza di condanna per un 54enne residente ad Arluno, nel Milanese. Si è così conclusa presso la Corte di Cassazione la lunga vicenda processuale di D.S., arlunese accusato di fuga, lesioni personali colpose e simulazione di reato, a seguito di un incidente stradale.
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I fatti
Ma facciamo un passo indietro. L’inizio di questa lunga vicenda risale alla sera tra il 15 e il 16 agosto 2012, quando D.S., alla guida della sua auto, ‘brucia’ un semaforo rosso e al centro di un incrocio si scontra con un’altra macchina, ferendo lievemente due persone, ricoverate successivamente al pronto soccorso. Dopo lo scontro, però, il 54enne, invece di scendere dalla sua macchina per accertarsi delle condizioni delle vittime in attesa dei soccorsi, come previsto peraltro dal codice della strada, decide di fuggire, macchiandosi così del reato di omissione di soccorso. Ma se già così la posizione dell’arlunese risultava assai grave, il 54enne ne combina una ancora più grossa.
La finta denuncia
L’uomo, infatti, qualche ora dopo l’incidente, intorno alle tre del mattino, si reca presso il comando dei Carabinieri di Arluno per sporgere una finta denuncia di furto della propria automobile, tentando così di costruirsi un alibi; fingendo infatti che la sua auto fosse stata rubata, avrebbe potuto addossare la colpa dell’incidente al ladro (inesistente). Un piano perfetto, dunque, o quasi: l’alibi del 54enne arlunese, infatti, – come si legge nella sentenza della Corte di Cassazione – sarebbe stato smentito addirittura dall’incoerente versione dei fatti fornita dalla presunta compagna dell’uomo. Ed è proprio nel cortile del condominio dove risiede la donna che D.S. – come testimoniato da un vicino di casa dell’imputato – avrebbe parcheggiato, come ogni sera, la sua automobile. Il mezzo, infatti, ritrovato poco tempo dopo dagli agenti, non avrebbe presentato alcun segno di forzatura delle portiere e dello sterzo, né tanto meno segni di un’anomala accensione del quadro. Inoltre, le due vittime dell’incidente – come risulta dai verbali – avrebbero avuto modo sia di riconoscere il 54enne poco prima che fuggisse sia di confermare la sua identità di fronte ai militari. Una trama degna di un film d’azione, insomma. Una ‘bravata’ che però costerà caro all’arlunese: al termine della prima sentenza, infatti, D.S. ha subìto una pesante condanna a dieci mesi e una sanzione di 800 euro, confermate anche nei successivi gradi di giudizio. A questi provvedimenti, si sono inoltre aggiunti il pagamento delle spese legali e il risarcimento di 2.000 euro alla Cassa delle ammende, come disposto dai giudici a seguito del ricorso in Cassazione.