Drammatica testimonianza di una mamma, costretta a far internare il figlio: “Non mangiava più e non dormiva più pur di stare davanti al pc. E’ diventato violento e aggressivo, anche nei nostri confronti. In questi anni ci siamo sentiti abbandonati. Oggi mio figlio ha 18 anni e il problema non è ancora risolto”
2 DICEMBRE 2016
CUGGIONO (MILANO) – È un lungo calvario, quello che da soli stanno affrontando due genitori di Cuggiono, nel Milanese, da quando loro figlio è entrato nel tunnel della dipendenza da Internet. La denuncia sociale arriva direttamente dalla madre, che a novembre si è avvicinata allo stand di Libera Stampa l’Altomilanese in occasione della Fiera di San Martino a Inveruno: “Io e mio marito ci siamo sentiti veramente abbandonati in questa situazione. Non sapevamo come comportarci né come reagire, non avevamo punti di riferimento. Tutto ha inizio due anni fa – confidala donna – quando mio figlio aveva 16 anni. Era completamente immerso in un mondo virtuale, dipendente da Internet”.
Il web come una droga
Questo tipo di condizioni sembrano lontane dal quotidiano e molte famiglie pensano di non poter mai incappare in questi rischi, ma la segnalazione della mamma dell’adolescente mette in guardia tutti i genitori: “Mio figlio ha cominciato a essere sempre più assente, scostante. Era arrivato al punto di non mangiare più, non lavarsi più. Finché, pur di stare attaccato al computer, è arrivato pure a non andare più a dormire. Eravamo preoccupati e non sapevamo cosa fare, a chi rivolgerci”. La storia, già con contorni decisamente drammatici, con il passare del tempo assume risvolti poco piacevoli con episodi di violenza domestica, che fanno impallidire se si considera che il ragazzo ha soltanto 16 anni. “Tutto si complica oltre a non mangiare e a non dormire, mio figlio ha cominciato anche ad essere di malumore, sempre più assorbito da Internet, diventandone schiavo. Ad un certo punto però ha sviluppato dei comportamenti strani. Mio figlio era diventato aggressivo, ogni volta che veniva privato dei videogiochi o di Internet, aveva scatti d’ira nei nostri confronti”.
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L’esasperazione e il ricovero
A quel punto, ormai, i genitori non riescono più a sopportare quell’insostenibile situazione familiare da soli e decidono di chiedere aiuto a degli specialisti: “Ci siamo sentiti soli – conclude la mamma – e due anni e mezzo fa abbiamo deciso di chiedere aiuto ai medici dell’Ospedale di Cuggiono. Ora mio figlio ha 18 anni ed è ricoverato presso il Centro Neuro-Psichiatrico di Rho. Tutte le domeniche torna a casa e ancora a volte ci chiede di poter usare i videogiochi. Questo è un tema che non viene trattato spesso e vi chiedo di raccontare di queste storie affinché tutti sappiano”.