Don Armando Bosani condivide un discusso articolo sulla tragedia, affibiando le responsabilità ‘ai progressisti’: indignazione da parte di molti abitanti del paese

11 SETTEMBRE 2018

di Deborah Alì

VANZAGHELLO (MILANO) – Le follie di don Armando Bosani, prete di Vanzaghello, nel Milanese, ormai noto a livello nazionale per le sue ‘boutade’, si riversano anche verso il crollo del ponte Morandi di Genova. Il parroco utilizza la tragedia di Genova per continuare le sue battaglie poltiche, affibbiando la colpa della tragedie alla sinistra e ai gay.

Indignazione dei cittadini

Questa volta, per molti vanzaghellesi, il parroco si è spinto oltre il limite del buon gusto. Sul numero attualmente in distribuzione del periodico parrocchiale è stato riportato un articolo a firma del giornalista del quotidiano ‘Il Tempo’, Marcello Veneziani, in cui si sfrutta il crollo del ponte di Genova per attaccare la sinistra, le minoranze etniche e gli omosessuali. Don Armando ha ripubblicato il pezzo, condividendone i contenuti. L’articolo comparso per la prima volta a poche ore dalla tragedia ha creato dissenso anche a livello nazionale. Veneziani, riferendosi alla famiglia Benetton, scrive: “Fanno la morale e poi lucrano senza scrupoli. Sono il simbolo del capitalismo allo sfascio. E il fotografo è il loro profeta. Sono stati non solo sponsor ma anche precursori dell’alfabeto ideologico, simbolico e sentimentale della sinistra”. E proprio l’attacco gratuito al mondo politico, in un momento di grande dolore e di lutto nazionale, ha trovato l’indignazione generale.

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“Colpa dei progressisti e dei gay”

Ma don Armando e Veneziani non si limitano a questo. Sfruttano in modo infido il crollo del ponte Morandi di Genova e la morte delle 43 vittime per rafforzare la loto battaglia. La stessa battaglia che da anni don Armando porta avanti all’interno dei confini cittadini. “Sono stati gli interessi multinazionali del capitalismo global e dell’americanizzazione del pianeta – si legge ancora sul ‘Mantice’ in riferimento ai Benetton – coi loro profitti, il loro marketing e i messaggi contro il razzismo, contro il sessismo, a favore della società senza frontiere, Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender, ndr), trasgressiva e progressista. Le loro campagne, affidate a Oliviero Toscani, hanno cercato di unire il lato choc, che spesso sconfinava nel cattivo gusto e nel pugno allo stomaco, col messaggio progressista umanitario: società multirazziale, senza confini, senza distinzioni di sessi, di religioni, di etnie e di popoli, con speciale attenzione ai minori”.

Sdegno anche dal quotidiano ‘Libero’

A ritenere i termini usati da Veneziani esagerati e fuori dalla righe sono anche gli altri organi di stamopa, come il quotidiano ‘Libero’, storicamente di destra. “Ci va giù pesante, Marcello Veneziani, contro i Benetton su ‘Il Tempo’ – si legge sulla testata fondata nel 2000 da Vittorio Feltri – A partire dall’apparente sfottò sul nome, che da Benetton trasforma in Maletton”. Infine Veneziani conclude con un’accusa gravissima: “Queste aziende mettevano in cerchio i bambini del mondo, salvo vederli sfruttare nelle aziende del terzo mondo o espropriare delle loro terre”.