A Turbigo, nel Milanese, riesplode la polemica sui voli notturni di Malpensa: i cargo, a piano carico, non rispetterebbero rotte e quote

3 LUGLIO 2018

di Attilio Mattioni

TURBIGO (MILANO) – Un rombo tremendo, con le finestre e i muri che tremano e con il rumore dell’aereo in decollo che per diversi secondi copre tutto. Nelle ore serali e notturne questa situazione è diventata una sgradevole consuetudine per i residenti nella zona dell’Arbusta.

La storia

Dal 1998, quando è stato aperto il nuovo terminal dell’aeroporto di Malpensa, il territorio di Turbigo è considerato ‘ad alto impatto’ sotto il profilo dell’inquinamento acustico per il transito di aerei in atterraggio e in decollo allo scalo della brughiera, ma nelle ultime settimane la situazione è ulteriormente peggiorata. Secondo un’indagine di Arpa Lombardia, l’agenzia regionale preposta al controllo dell’ambiente, tra le 23 e le 6 del mattino sul paese passano 43 voli, di cui 10 in fase di decollo, quella più rumorosa. Si tratta, nella quasi totalità dei casi, di voli cargo, che possono decollare, in deroga alla normativa, anche durante le ore notturne. Tali velivoli devono però attenersi alle stesse regole dei voli passeggeri: in fase di decollo devono cioè seguire una rotta ben precisa, studiata per ridurre l’impatto acustico sui centri abitati.

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Controlli impossibili

Purtroppo però, nessuno è in grado di verificare se i piloti dei cargo si attengano alle direttive dell’Enav, l’ente preposto alla sicurezza dei voli civili. I tracciati degli aerei da trasporto merci, non sono infatti registrati come quelli degli aerei passeggeri e quindi, di fatto, risulta impossibile capire le loro traiettorie esatte di decollo e atterraggio. Neppure il sito internet più affidabile nel campo del ‘flight tracking’, ovvero al rilevazione dei tracciati rada degli aeromobili civili, fornisce le esatte rotte dei cargo.

Aerei troppo bassi

Francesco Gritta, consigliere comunale di minoranza, ha studiato a fondo la questione: “Non si può nemmeno sapere se gli aerei sorvolano il paese alla quota stabilita dal cosiddetto ‘decreto antirumore’, una serie di norme approvate nel 1995 che limitano l’inquinamento acustico e tutelano i cittadini. A Turbigo la quota minima (che si calcola aggiungendo 200 metri alla costruzione più alta del territorio comunale, ovvero le ciminiere della centrale) è di 355 metri: una quota sotto la quale gli aerei non dovrebbero mai scendere. Mancando la traccia radar dei velivoli – argomenta Gritta – le effettive rotte degli aerei in decollo e atterraggio non possono essere verificate”. Quello che è certo, invece, è che l’inquinamento acustico ha ormai raggiunto il livello di guardia. I velivoli cargo, infatti, altro non sono che vecchi mezzi di linea riadattati a trasportare merci, ed essendo obsoleti sono molto rumorosi”.

Malpensa dimenticata

Il problema dell’inquinamento acustico nella zona di Malpensa sembra però non interessare nessuno. Chi vive nei pressi degli aeroporti di Linate e Fiumicino, viene tutelato da un divieto assoluto di voli notturni. A Roma, l’ultimo volo della giornata decolla a mezzanotte e il primo del mattino alle 5.45; A Milano, l’ultimo decollo serale avviene alle 23.10 e il primo mattutino alle 6.30. A Malpensa l’ultimo volo decolla 40 minuti della mezzanotte e il primo della mattina (si fa per dire) si stacca da terra all’1.50: un intervallo senza decolli di una sola ora.

Opposizione all’attacco

Francesco Gritta, con gli altri consiglieri di ‘Turbigo da Vivere’ ha preparato uno studio che è stato presentato alla commissione di studio Malpensa e Depuratore di Sant’Antonino e inviata anche all’Amministrazione comunale. Per ora da entrambi gli enti non è arrivato nessun atto formale. Insomma, tante domande e nessuna risposta: ma chi vive all’Arbusta, e ogni notte alle 3 e mezzo viene svegliato dal frastuono di un cargo in decollo, ha la certezza che né le rotte ‘antirumore’, né la quota minima di decollo sono rispettate.