Un 35enne di Cuggiono, nel Milanese, è accusato di duplice omicidio stradale per aver investito e ucciso due ciclisti in provincia di Brescia. Il suo avvocato avrebbe voluto chiedere gli arresti domiciliari, ma non è stato in grado di fornire al giudice un indirizzo: la famiglia del cuggionese si è rifiutata di ospitarlo
6 GENNAIO 2020
CUGGIONO (MILANO) – Ha passato il Natale in carcere M.G., il 35enne originario di Cuggiono arrestato dopo aver travolto e ucciso due ciclisti a Verolanuova, in provincia di Brescia. L’accusa nei suoi confronti è di duplice omicidio stradale aggravato.
I fatti
Secondo le ricostruzioni dei Carabinieri, infatti, M.G. – incensurato, di professione saldatore – stava guidando sotto l’effetto di alcol (con un tasso quasi quattro volte superiore al limite) su un’auto non revisionata e sprovvista di copertura assicurativa. Per questi motivi il cuggionese era stato arrestato e condotto nel carcere di Canton Mombello dove, assistito dall’avvocato Roberto Pizio, nei giorni scorsi ha sostenuto l’interrogatorio di garanzia. Il 35enne ha parlato per quasi tre quarti d’ora davanti al gip Luca Tringali di Brescia, che ha convalidato il fermo.
Sostieni la Libera Informazione
Sul nostro giornale on line trovi l’informazione libera e coraggiosa, perché noi non abbiamo padroni e non riceviamo finanziamenti pubblici. Da sempre, viviamo soltanto grazie ai nostri lettori e ai nostri inserzionisti. Noi vi offriamo un’informazione libera e gratuita. Voi, se potete, dateci un piccolo aiuto.
La difesa
Di fronte al giudice il saldatore ha ribadito di essere stato accecato dal sole e di non aver visto i due ciclisti di 67 e 70 anni provenienti dal lato opposto della strada. M.G. ha inoltre aggiunto di aver allertato i soccorsi non appena resosi conto della gravità dell’incidente, provando poi – seguendo le indicazioni telefoniche dell’operatrice del 118 – a eseguire un massaggio cardiaco su uno dei due ciclisti. Invano, visto che entrambi i pensionati sono purtroppo morti sul colpo. A proposito dell’auto non assicurata, una Volvo V50 di sua proprietà, il 35enne ha invece riferito di avere seri problemi di natura economica, di aver subìto recentemente uno sfratto e perciò di vivere in macchina da una settimana.
Gli arresti domiciliari impossibili
Per M.G., visto l’atteggiamento collaborativo e il sincero pentimento dimostrato davanti al gip, l’avvocato Pizio avrebbe voluto chiedere gli arresti domiciliari, ma non è stato possibile in quanto nessun parente (madre e tre fratelli) si è detto disponibile a ospitarlo.