Dai V-Day di Beppe Grillo all’apertura al dialogo con Luigi Di Maio: ecco come il Movimento 5 Stelle è diventato il primo partito d’Italia. E ora si dice pronto per governare

16 FEBBRAIO 2018

di Alessandro Boldrini

ROMA – Il Movimento 5 Stelle ha raggiunto la piena maturità. C’è poco da fare, ormai se ne sono accorti tutti. Da quando Luigi Di Maio è stato nominato leader dei pentastellati, infatti, il Movimento ha guadagnato sempre più punti agli occhi degli italiani, come dimostrano ampiamente tutti i sondaggi, che vedono il M5S saldamente in testa con quasi il 30 per cento delle preferenze. Si tratta di numeri incredibili, se consideriamo che questo soggetto politico, fondato dal ‘guru’ Gianroberto Casaleggio e dal comico genovese Beppe Grillo nel 2009, nacque con la sola pretesa di fare opposizione contro la casta e le lobby che governano l’Italia da anni.

I primi passi verso la maturità

Ora, però, il Movimento sembra anche più maturo e soprattutto più credibile. Lo è perché nel corso degli anni ha intrapreso un percorso di crescita, sapendo rinnovarsi e adeguandosi ai grandi cambiamenti. Non è più il Movimento distruttivo e bellicoso dei ‘Vaffa-Day’, del legame quasi materno con la Casaleggio Associati o il blog di Grillo, e nemmeno quello della totale chiusura verso gli altri: ora il M5S è più ‘aperto’, pronto al dialogo con altre forze politiche, ma anche pronto a gettarsi nella mischia. Due cose, però, sono rimaste immutate nel corso del tempo: le regole interne e l’aria di rinnovamento.

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Lo statuto e il codice etico

Partiamo dal primo punto. Per candidarsi in quote Cinque Stelle bisogna ancora essere incensurati, non far parte di altri gruppi politici o di associazioni segrete (come le logge massoniche) e condividere i punti dello statuto e del codice etico, senza però essere obbligatoriamente iscritti al Movimento. Per tutti gli eletti, inoltre, vige ancora il vincolo dei due mandati, favorendo così il rinnovamento e soprattutto il ricambio generazionale. Poche, semplici regole, dunque, che hanno aiutato i ‘grillini’ a crescere in credibilità e ad avere un consenso sempre più grande lungo tutto lo Stivale.

Il Movimento dei giovani

Una grande fetta di questo consenso, però, proviene soprattutto dai giovani, che hanno riconosciuto nel M5S la novità tanto attesa nel panorama politico italiano. Finora, infatti, migliaia di ragazzi italiani hanno sempre visto la politica come qualcosa di lontano, inarrivabile e intoccabile, di sola competenza di un’élite ormai marcia e ottuagenaria. Il merito degli attivisti pentastellati sta proprio nell’aver fatto capire che la politica nasce dal basso ed è accessibile a (quasi) tutti.

Il leader

Basti pensare a Luigi Di Maio. A soli 32 anni il giovane leader pentastellato si ritrova, praticamente senza nessun tipo di esperienza istituzionale, a essere candidato per la poltrona di Presidente del Consiglio dei ministri, dopo 5 anni passati come vicepresidente della Camera dei Deputati, che lo hanno reso il più giovane ad aver ricoperto un ruolo così alto in tutta la storia repubblicana. E forse, è proprio Luigi Di Maio l’arma in più di questo ‘nuovo’ Movimento 5 Stelle. L’arma capace di spaventare anche gli altri partiti in corsa per le prossime politiche, perché Di Maio si è dimostrato un vero leader, avendo il coraggio di prendersi enormi responsabilità, ma soprattutto affrontando di petto i problemi.

Lo scandalo ‘Rimborsopoli’

Prendiamo l’ultimo, ad esempio. Lo scandalo dei falsi rimborsi ha scatenato un vero e proprio terremoto interno, che avrebbe potuto facilmente mettere in ginocchio il Movimento a meno di un mese dall’election day del 4 marzo. Potrà sembrare incredibile, ma ‘Rimborsopoli’ non ha neanche scalfito il M5S. Anzi, forse è riuscito a fare l’esatto opposto: Di Maio ha infatti saputo prendere la palla al balzo, avviando un processo di selezione interna (che molti attivisti chiedevano ormai da tempo) mettendo alla porta le cosiddette ‘mele marce’ e favorendo la selezione di una migliore classe dirigente. Ed è così che, ancora una volta, il Movimento 5 Stelle ne è uscito rinnovato e certamente più maturo.