A Sedriano, nel Milanese, la giunta ‘grillina’ destinerà gli immobili confiscati a spazi per donne vittime di violenza e padri separati

25 GENNAIO 2018

di Francesca Ceriani

SEDRIANO (MILANO) – Che fine fanno gli immobili confiscati alla criminalità organizzata? A Sedriano, la prima giunta ‘grillina’ della Lombardia, ha avviato due importanti progetti sulle case confiscate alla mafia.

I progetti

I due beni confiscati alla criminalità organizzata verranno riutilizzati per progetti socialmente utili. Il comune di Sedriano, infatti, ha nelle sue disponibilità due immobili, uno in via Fiume e uno in via Marconi che, grazie alla confisca, potrà ora riqualificare e destinare alla comunità. E i progetti per i due edifici sono già chiari: l’immobile in via Fiume verrà destinato alle donne vittime di violenza che, nella struttura, potranno trovare rifugio, conforto e sostegno. L’edificio di via Marconi, invece, servirà per dare ospitalità ai padri separati che, come sempre più spesso raccontano le cronache, a causa delle spese da sostenere per l’iter della separazione, tra avvocati e alimenti, finiscono sul lastrico, perdendo a volte anche un tetto sulla testa.

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La soddisfazione della giunta

Come ci racconta il sindaco ‘grillino’, Angelo Cipriani, le procedure per avviare questi lodevoli progetti sono ancora in corso: “L’edificio di via Marconi necessita di parecchi lavori per essere rimesso in sesto; dovremo quindi procedere a una valutazione economica delle opere da eseguire e aprire un bando di gara. Chi vincerà dovrà eseguire, a proprie spese, tutte le riqualificazioni necessarie e dovrà poi gestire il servizio che si intende offrire. Ovviamente, per compensare le spese che l’azienda vincitrice dovrà sostenere, la concessione del servizio sarà più lunga”. Per l’immobile di via Fiume, invece, la situazione sembra più rosea: già quest’estate, infatti, grazie al campus organizzato da ‘Libera contro le mafie’, la villetta è stata sistemata. L’abitazione, confiscata nel 2011 e appartenente all’allora 54enne siciliano Paolo Leone, arrestato nel 2007 insieme al 49enne Carmine Di Nocera con l’accusa di traffico internazionale di droga, è stata infatti rimessa in piedi grazie ai ragazzi, tra i 14 e i 18 anni, che hanno lavorato al campus. “Per la villetta di via Fiume – continua Cipriani – si provvederà a fare un bando e la cooperativa vincitrice dovrà solo fare qualche piccolo lavoretto”. Iniziative, queste, che daranno nuova vita a immobili che, per troppo tempo, sono stati utilizzati per scopi illeciti.