Mentre si attende la sentenza per il fallimento della storica azienda magentina la politica resta in silenzio e nasconde i suoi piani per l’area di 220mila metri quadrati

11 DICEMBRE 2018

di Andrea Cattaneo

Magenta (Milano) – Processo Novaceta, la sentenza slitta al prossimo gennaio. E mentre si attende il verdetto dei giudici, in città si inizia a pensare agli affari. La giunta però non vuole spiegare quali siano i suoi progetti su quell’area strategica di 220.000 metri quadrati nel cuore della città, sulla quale poggia un’azienda sul cui fallimento è aperto un processo per bancarotta fraudolenta.

Il silenzio della politica

Un grande interesse pubblico, non solo di quei cittadini che da quasi 10 anni si battono per sapere la verità su centinaia di posti di lavoro perduti. Eppure nessuno parla. Tante le domande, troppe. Ad esempio, quell’area resterà a vocazione industriale? C’è speranza di vedere risorgere dalle ceneri qualcosa che anche soltanto lontanamente assomigli a quella che fu la gloriosa Novaceta? Si terrà conto di una sorta di giustizia sociale per quelle centinaia di famiglie che hanno perso il lavoro? Inutile chiederselo. Il sindaco, Chiara Calati, non ha intenzione di scoprire le carte: “Ci sarà una variante al documento di Piano, sarà quella la sede per fare le opportune valutazioni”, ha ribadito in consiglio comunale il primo cittadino rispondendo all’interpellanza di Silvia Minardi, capogruppo di Progetto Magenta. Una risposta che ha lasciato molto insoddisfatta l’opposizione. Minardi, data la sensibilità del tema trattato, ha aperto anche alla possibilità di una risposta in forma privata all’interno di una sede istituzionale come, ad esempio, la conferenza dei capigruppo, ma il sindaco non sembra intenzionato a valutare questa ipotesi.

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Attesa per il processo

Nel frattempo la sentenza del processo che vede venti impiutati accusati a vario titolo di bancarotta fraudolenta, bancarotta documentale e distrazione di beni, attesa per venerdì 30 novembre, è stata rimandata al prossimo gennaio.