Il Comune di Magnago con Bienate, nel Milanese, mette in campo una singolare iniziativa: un bonus di 300 euro ai privati per incentivare l’istallazione delle telecamere nelle abitazioni. I dubbi
MAGNAGO (MILANO) – Soldi del Comune a chi installa telecamere a casa. Singolare iniziativa anti-effrazione della nuova giunta di centrodestra di Magnago con Bienate, nel Milanese, che ha deciso “di aiutare a rendere più sicure le abitazioni, garantendo un rimborso economico”. Il bando promosso nei giorni scorsi dall’amministrazione del sindaco Dario Candiani permetterà di concedere contributi economici per l’installazione di impianti di allarme, antifurto e sicurezza (come ad esempio porte blindate, telecamere, vetri antisfondamento e inferriate) nelle abitazioni private di Magnago e Bienate.
Contributi per l’istallazione di telecamere
“I soggetti beneficiari dei contributi – spiegano dal palazzo comunale – sono i proprietari e locatari di abitazioni private e stabilmente abitate site nel Comune di Magnago. Le domande potranno essere presentate al protocollo dell’ente o tramite posta elettronica certificata all’indirizzo del comune, entro il prossimo 10 dicembre. Eventuali informazioni possono essere richieste al comando di Polizia locale negli orari di ufficio al numero 0331.306500”. L’importo del contributo assegnato verrà graduato con i seguenti criteri: 100 euro per interventi sino a 500 euro (iva compresa).
Bonus extra di 50 euro
Da 501 euro verrà assegnato un contributo fisso pari al 20% della spesa sostenuta (iva compresa) fino a un massimo erogabile di 300 euro. “In aggiunta al contributo – concludono dal municipio – verrà inoltre assegnato un bonus extra di 50 euro a chi effettuerà il collegamento dell’impianto antifurto o le telecamere con una centrale operativa delle Forze dell’ordine o di istituti di vigilanza privati”. A promuovere per la prima volta l’iniziativa era stato l’ex vice sindaco Pd, Andrea Scampini.
IL COMMENTO – di Ersilio Mattioni
Spiare la gente non è la soluzione
Barricatevi in casa, sottoscrivete tutti gli abbonamenti possibili e immaginabili alle piattaforme tv, fate la scorta di cibo confezionato, attivate il vostro super sistema d’allarme con tanto di telecamere e poi godetevi la serata. Che vita di merda! Ma davvero c’è ancora chi crede che la sicurezza sia garantita dalla videosorveglianza? Eppure basterebbe leggere i dati sulla criminalità, piccola o grande. Dove ci sono più telecamere non diminuiscono né i furti né le aggressioni e neppure gli omicidi. E la ragione è semplice: il criminale se ne fotte. Se è lucido, si copre il viso e nessuno lo prenderà mai; se è pazzo, non pensa alle conseguenze e agisce lo stesso. Spiegatelo ai sindaci-sceriffi, che vi regalano 300 euro per trasformare le vostre case in prigioni sorvegliate. E tutto perché non sanno fare il loro lavoro: rendere sicura la città che governano. Per farlo non serve il Grande fratello: bisogna far vivere il paese, incentivare bar e negozi a restare a aperti, illuminare il territorio comunale come si deve, organizzare occasioni d’incontro, feste ed eventi. Ma è difficile e faticoso. Allora meglio far credere che gli occhi elettronici bastino a risolvere il problema, quando servono al massimo a spiare la gente. Nessuno ci pensa mai. Chi visiona i filmati deve custodire il segreto su ciò che vede, vero. Ma un paese è piccolo, le persone chiacchierano. E la mattina dopo tutti sanno che quei due sono amanti, che Tizio è passato in piazza a mezzanotte e ha incontrato Caio, che ha pisciato contro un albero, che ce l’ha lungo o che ce l’ha corto. A questo servono telecamere e varchi, non fatevi illusioni. Catturare i criminali veri? Per carità. Non si riesce nemmeno a individuare quattro ragazzini che hanno rotto un cestino dei rifiuti al parco o che hanno imbrattato un muro. Saremo tutti spiati ma non saremo più sicuri, neppure un pochino. Pensiamoci.
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