Lo storico esponente Pd toglie il saluto a Ghiani, critica l’opposizione e poi si atteggia a vittima

di Lorenzo Rotella

Il consiglio comunale dello scorso 30 novembre ha portato alla luce un fatto inequivocabile: la politica parabiaghese è tutt’altro che rose e fiori. L’uscita dall’aula da parte delle forze di opposizione è stata la sottile linea rossa che ha evidenziato le lacune della maggioranza di destra, ossia la frequente assenza di qualche consigliere. Ma questo non significa certo che nelle compagini del centrosinistra vada tutto bene. Lo si è notato nelle celebrazioni del trentennale della città di Parabiago, quando Agostino Marazzini – ex candidato sindaco del Partito Democratico per l’anno 2010 –, mentre uscivano tutti dalla sala consiliare, ha evitato di proposito Alessandra Ghiani – altra ex candidato sindaco del Pd -, voltandole le spalle mentre lei cercava di salutarlo. Lo si è notato anche più tardi, quando Marazzini si è avvicinato ad alcuni consiglieri dell’attuale minoranza e ad altri membri dello storico centrosinistra parabiaghese, per scambiare qualche parola e criticare l’operato dell’opposizione. E conoscendo il soggetto, fa strano vederlo in questi panni rancorosi, come se qualcuno gli avesse fatto un grosso torto, qualcosa d’imperdonabile. Marazzini è stato il candidato del centrosinistra per le amministrative del 2010. Ha perso contro Borghi al ballottaggio, ottenendo quasi il 43 per cento dei voti. Dopo questa avventura elettorale, sparisce nel nulla. Abbiamo dunque chiesto al diretto interessato i motivi del suo attrito nei confronti dei suoi ormai ex colleghi. “È acqua passata che non macina più”, dichiara Marazzini. “Diversi episodi di insofferenza nei miei confronti da parte del Pd parabiaghese, ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’annullamento delle primarie per scegliere un candidato, faticosamente concordate e fatte saltare in una riunione del tavolo di centrosinistra, approfittando della mia assenza”. Scelta, quest’ultima, forse addebitabile a Laura Schirru, segretario Pd. Nelle primarie da lui citate, si erano fatti i nomi di tre persone appartenenti alle tre principali forze politiche della coalizione: Giulo Colombo (Noi per la città), Massimo Bianchi (Sel) e Alessandra Ghiani (Pd). Dopo qualche anno di assestamento e dormiveglia, il centrosinistra propone e annulla una votazione che avrebbe dovuto portare alla scelta concordata di un candidato idoneo. Tuttavia, Noi per la città rimane vicino ai consiglieri d’opposizione, mentre Sel pare sia sparito dalla circolazione. Insomma, dopo quella di destra, si può dire che nemmeno la grande famiglia del Partito Democratico sia così felice.