18 DICEMBRE 2015
di Lucrezia Cantarello
OSSONA (MILANO) – Lasciano uno strascico di polemiche e molti dubbi sull’operato del comune le celebrazioni per l’ottantesimo anniversario della costruzione della Torre dell’acquedotto in Piazza Litta. Ripercorriamo l’intera vicenda con ordine. Alcune settimane fa la cittadinaza fu invitata dalla giunta a prendere parte ai festeggiamenti per l’anniversario di costruzione della torre simbolo di Ossona. In tale occasione la maggioranza, al fine di ricostruire la storia dell’edificio, ha contattato un esperto architetto che ha presentato una relazione in merito alla ricostruzione storica delle varie fasi di edificazione dell’acquedotto. Questa ricostruzione degli eventi ha peró fatto infuriare gli eredi dell’allora podestá del paese Alfonso Cucco, costruttore della torre oggetto del contendere. Nella relazione si affermava infatti che il podestá avesse costruito la torre dell’acquedotto, acquistando i mattoni necessari alla realizzazione della stessa attingendo a fondi comunali. Ma ció é assolutamente falso, e tanto é bastato perché i nipoti di Cucco insorgessero, minacciando querele nei confronti della maggioranza. Infatti, il podestá costruí la torre utilizzando i mattoni della propria fornace, non spendendo dunque assolutamente denaro pubblico. Cosí, a distanza di giorni, dopo un’animato scambio di accuse, gli animi non si sono ancora chietati, anche se dalla famiglia Cucco arrivano dei chiarimenti. Abbiamo infatti contattato telefonicamente Donato Cucco, nipote del podestá, che ha spiegato: “Abbiamo parlato col comune e la questione ora é risolta”. Dunque un esito positivo per una vicenda che avrebbe potuto avere ben altre conclusioni. In ogni caso, la maggioranza ha corso un bel rischio nel lasciar dichiarare queste cose a un loro esperto. Ricordiamo anche che non é la prima volta che vengono commessi errori in fatto di pareri esterni. Per citarne uno, rilevante e recente, quello commesso dal revisore dei conti, che espresse parere negativo in merito al bilancio comunale quando invece l’analisi da lui effettuata dimostrava che il bilancio era corretto. Un errore di forma, ma che sarebbe potuto costare davvero caro ai cittadini ossonesi.
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