Su 31 pareri richiesti, il totale è di 12 ‘Sì’, 10 ‘No’, 4 indecisi, 2 non risposte e 3 astenuti. Come nel resto d’Italia, anche nel territorio dell’Altomilanese si annuncia una battaglia all’ultimo voto, con una leggera propensione per ‘Sì’ alla riforma costituzionale
28 NOVEMBRE 2016
ALTOMILANESE – La chiamata alle urne del 4 dicembre si avvicina e molti sindaci dei nostri paesi decidono di ‘sfidare’ il divieto di esprimersi sul referendum costituzionale, dichiarando le loro intenzioni di voto. L’autorità che vigila sul rispetto della ‘par condicio’, il Corecom, ha infatti imposto alle amministrazioni locali il divieto di svolgere attività di comunicazione e propaganda in merito alla consultazione referendaria. I ‘ribelli’ però non mancano e molti dei primi cittadini dell’Altomilanese hanno comunque deciso di schierarsi apertamente per il ‘sì’ o per il ‘no’ indipendentemente dalle imposizioni della Corecom.
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Rispettosi del ‘divieto’ del Corecom
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C’è da dire che la circolare qualche timore l’ha suscitato e c’è chi non si esprime, proprio per non violare il divieto, come il sindaco di centrosinistra di Castano Primo, Giuseppe Pignatiello, che non si sbilancia “per non avere guai” o come Osvaldo Chiaramonte (Forza Italia), di Bernate Ticino, il quale, pur assicurando che si recherà alle urne, si tiene riservato sul voto che esprimerà perché, spiega, “non voglio compromettere o influenzare i cittadini con la mia opinione”. Anche il primo cittadino di Inveruno, Sara Bettinelli, non risponde proprio in virtù della lettera Corecom.
Indecisi
Ci sono poi gli indecisi; sarà la vicinanza geografica, ma tant’è che i due sindaci di centrosinistra Marco Invernizzi di Magenta e Fortunata Barni di Robecco sul Naviglio, non hanno ancora deciso quale casella barreranno tra poco più di una settimana. Anche Marino Venegoni, primo cittadino di Ossona, e Giorgio Braga, di Robecchetto con Induno, non hanno ancora le idee chiare, pur propendendo quest’ultimo per il ‘sì’.
Il fronte del ‘No’
Chiarissime invece le intenzioni dei primi cittadini leghisti; un ‘no’ secco alla riforma arriva da Curzio Trezzani (Boffalora) e da Stefano Zancanaro (Vittuone). Negativo sarà anche il voto dei leghisti Massimo Olivares di Marcallo con Casone e Raffaele Cucchi, sindaco di Parabiago. Anche il centrodestra dell’Altomilanese appare piuttosto unito, almeno sul voto da esprimere alle urne: un ‘no’ deciso. Il neo eletto sindaco di Corbetta, Marco Ballarini: “Non è questo il modo di eliminare i costi del Senato. I sindaci sono stati eletti per amministrare il territorio: come si può pensare che un sindaco vada a Roma per fare anche il senatore?”. Negativo il parere di Dario Tunesi (Forza Italia) di Santo Stefano Ticino: “Non mi fido di Renzi; la riforma costituzionale sarebbe un flop, come il jobs act”. Sulla stessa linea l’azzurro Fabio Merlotti (Buscate), che dichiara: “Questa riforma mescola troppe cose, è troppo invasiva e il Senato non elettivo, formato da sindaci e consiglieri regionali, non è efficiente”. Il ‘no’ arriva anche dal sindaco pentastellato Angelo Cipriani, di Sedriano: “Per abbassare i costi del Senato basterebbe approvare la proposta del Movimento 5 stelle per il dimezzamento dello stipendio dei parlamentari”. Qualche sorpresa da sinistra. Pierluca Oldani, primo cittadino di Casorezzo eletto con una lista civica contro i partiti tradizionali, e Roberto Colombo, di Canegrate: voteranno ‘no’. Dichiara quest’ultimo: “E’ una riforma confusa: il Senato non viene sfoltito e lo Stato viene centralizzato di nuovo”.
Il fronte del ‘Sì’
In linea di massima però il centrosinistra appare unito: voteranno ‘sì’ il sindaco di Mesero, Filippo Fusè, perché “è una riforma da fare da tempo”, il primo cittadino di Arluno, Moreno Agolli, quello di Cuggiono, Flavio Polloni, Carla Picco di Magnago, Leopoldo Giani di Vanzaghello, il sindaco Andrea Colombo di Arconate (pur con qualche riserva), Alessandro Barlocco di Villa Cortese e Paola Rolfi di Dairago. Voterà ‘sì’ anche Giancarlo Lonati, di Bareggio, pur nutrendo “qualche dubbio sulla composizione del Senato”. Il ‘sì’ alla riforma arriva anche dai sindaci di centrosinistra di Legnano, Alberto Centinaio, da Pierluigi Arrara, Abbiategrasso, e da Giuseppe Sala, primo cittadino di Milano. Su 31 pareri richiesti, il totale è di 10 ‘no’, 12 ‘sì’, 4 ‘indecisi’, 2 ‘non risposte’ e 3 ‘astenuti’. Si prospetta una battaglia all’ultimo voto.