Tragedia Marmolada, il testimone che ha assistito al crollo: “Prima un forte boato, poi la valanga”

di Elisa Turati

CASSINETTA DI LUGAGNANO (MILANO) – Tragedia della Marmolada: un residente di Cassinetta di Lugagnano ha assistito al crollo del ghiacciaio. Avrebbe dovuto essere una domenica all’insegna dello sport e della natura per le molte persone che hanno deciso di recarsi il 3 luglio sulla Marmolada, il gruppo montuoso delle Dolomiti che si trova tra la provincia di Trento (Trentino-Alto-Adige) e la provincia di Belluno (Veneto). Invece la gita si è trasformata in una tragedia.

Tragedia Marmolada, testimone un residente di Cassinetta

Il distacco del seracco dal ghiacciaio che ha provocato la morte di 11 persone è avvenuto intorno alle 13.45. Le autorità competenti stanno ancora indagando sulle cause anche se, molto probabilmente, è stata colpa del gran caldo. Proprio nel giorno precedente al crollo, infatti, sulla Marmolada era stato raggiunto il record delle temperature (10 gradi circa in vetta). Il giorno della tragedia erano presenti anche i cassinettesi Ruggero Repossi e sua moglie che hanno assistito al crollo.

Ruggero Repossi

Il racconto di Ruggero Repossi

“Domenica 3 luglio abbiamo fatto il sentiero che da Passo Pordoi arriva al lago Fedaia, passando per il rifugio Viel del Pan. Per tutto il tragitto, si ha di fronte la Marmolada. Eravamo quasi arrivati a destinazione quando abbiamo sentito un forte boato. Guardando verso la montagna, abbiamo visto un’enorme massa di neve che scendeva in un canalone verso valle. Considerata la velocità e la gran quantità di ghiaccio e neve che trascinava e il polverone che aveva alzato, ci siamo subito resi conto che avrebbe causato una tragedia investendo gli alpinisti che in quel momento scalavano la montagna”. E infatti le conseguenze sono state devastanti, tanto da far perdere la vita a 11 persone. “La valanga è scesa a 300 chilometri orari – commenta Repossi -. E’ come essere investiti da un Frecciarossa. Per questo motivo si sono trovati solo resti umani riconoscibili tramite il test del Dna”.

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I soccorsi

Chi è scampato alla tragedia

I coniugi Repossi hanno proseguito il cammino in direzione del rifugio Castiglioni, in prossimità del lago Fedaia e ai piedi della Marmolada. Lo stesso luogo in cui qualche tempo primo avevano sostato dei ragazzi della Repubblica Ceca prima di avventurarsi nella scalata della montagna. “Abbiamo parlato con la signora che gestisce il bar, la quale ci aggiornava sulla presenza di ragazzi della Repubblica Ceca che di lì a poco sarebbero saliti in cordata – spiega Repossi -. Due di questi sono risultati tra le vittime”. Ma c’è anche chi, per poco, è riuscito a scampare alla tragedia. “Mentre sostavo ai piedi della montagna a osservare gli elicotteri del soccorso alpino, ho avuto modo di parlare con un gruppo di polacchi che erano appena scesi dalla scalata e anche loro hanno assistito alla valanga – prosegue il racconto il cassinettese – . Uno di loro ha alzato un dito al cielo come per ringraziare il Signore dicendo che il destino ha riservato loro una sorte migliore”.