Il segretario cittadino del Pd, Marco Carnevali, non ritira il permesso e i Carabinieri sfrattando i ‘dem’ dalla piazza. La manifestazione, organizzata per difendere il sindaco Susanna Biondi e la sua decisione di chiudere il centro storico, diventa un boomerang. Intanto Carnevali scarica la colpa su un compagno di partito. Dilettantismo politico?
12 APRILE 2016
BUSTO GAROLFO (MILANO) – E’ ancora polemica sulla possibile chiusura al traffico della centralissima Piazza Lombardia, nodo cruciale della viabilità cittadina di Busto Garolfo. La discussione che infiamma il paese però assume anche tratti squisitamente politici, e nel mirino delle accuse finisce anche il Partito democratico guidato dal segretario Marco Carnevali. Il motivo? Secondo l’ex sindaco Angelo Pirazzini il banchetto del Pd imbastito domenica in Piazza Lombardia (per controbattere alla raccolta firme organizzata dal centrodestra per fermare la presunta chiusura della piazza) era abusivo.
I controlli dei Carabinieri
“I carabinieri sono passati a controllare i permessi – dice Pirazzini – di occupazione pubblica per attività politica svolta nello spazio antistante il sagrato di piazza Lombardia. Con grande stupore si è scoperto che mentre il gazebo di Nuovi orizzonti di libertà era in regola, quello del Pd risultava abusivo”. L’ex sindaco continua: “Gli uomini del Partito democratico, in stile Renzi, avevano tentato di cavarsela con un banale “Ce l’abbiamo a casa”, ma poi davanti all’incalzante richiesta dei Carabiniere hanno dovuto sbaraccare.
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Il giallo del permesso
Chi fine ha fatto il permesso? Qui la questione assume risvolti tragicomici. La segreteria del Pd ha in effetti depositato e protocollato lunedì scorso la richiesta di occupazione di suolo pubblico e l’ufficio protocollo ha dato il via libera. “L’autorizzazione esiste – conferma Carnevali – ed è stata protocollata in comune, ma al momento del controllo il documento era stato lasciato a casa. Il documento è stato firmato da me in persona. E’ stata commessa una sbadataggine da parte di chi possedeva l’autorizzazione in quel momento”. In realtà Carnevali non dice il vero: il permesso non era stato lasciato a casa, bensì non era mai stato ritirato in comune, dove infatti era rimasto. Imbarazzo nel Pd, che ora deve fare i conti con la messa in ridicolo da parte dei bustesi. E c’è pure chi punta il dito contro Carnevali, perché avrebbe scaricato la colpa di questa mancanza su un altro membro di partito, invece di assumersi la responsabilità dell’accaduto, come farebbe un buon segretario di partito.