Sarah Vergnaghi vive a Casorezzo, nel Milanese. Con la collaborazione di due amiche e concittadine – Elena Esposito e Martina Gerola – ha deciso di pubblicare libri illustrati per bambini. Il ricavato andrà in beneficenza a una Onlus che si occupa di ricerca per combattere i tumori pediatrici

di Patrizia Meneghin

CASOREZZO (MILANO)Sarah Vergnaghi, classe 1982, è l’autrice di due libri per bambini che raccontano le storie di Pandoro e Panettone. I libri di Sarah sono libri che fanno anche del bene. I proventi saranno devoluti alle associazioni no profit, tra cui Ageop Ricerca, che si occupa di studiare e combattere i tumori pediatrici.

I libri di Sarah

“I libri – spiega l’autrice – sono pieni di disegni e gli illustratori sono stati selezionati tramite un contest sui social. Sono tutte persone talentuose, ognuno con il suo stile personale. Tra loro c’è anche una ragazza di Casorezzo: Elena Esposito, un’artista eclettica sempre alla ricerca di nuove tecniche”. Ma com’è nata questa avventura e come sono state scelte le trame? “Desideravo da tempo – aggiunge Sara – trasmettere ai bambini i valori in cui credo e cercavo un modo semplice per farlo. Sono così nati i protagonisti delle mie storie: un cane pacioccone e un gatto rossiccio che insieme vivono avventure, conoscendosi e comprendendo l’importanza dell’amicizia, del dono e della propria unicità”.

La storia di Sarah

La scrittrice ha iniziato a coltivare la sua passione nel 2014, ritagliandosi tempo tra impegni familiari e di lavoro: “Spero continuerò a farlo ancora per molto”, chiosa. E intanto annuncia l’uscita di altri libri: “E’ in arrivo ‘Celestino, il maialino che voleva guardare il cielo’, la storia di un maialino caparbio che decide di intraprendere un viaggio per dimostrare che anche ciò che non si vede esiste. È in cantiere anche ‘Pandoro, Panettone e i pasticci in pasticceria’ e spero in una bella collaborazione con Martina Gerola, bravissima cake designer, titolare di Direfaretortare, un’impresa alimentare domestica a Casorezzo. Scrivo per i bambini perché credono ancora nel lieto fine, perché pensano che un mondo migliore sia possibile. Scrivo per loro affinché possano spiegare queste cose ai grandi”.