“Al ‘Circolino’ c’è stata una strage, me lo disse un medico di base”. Parla la figlia di Vittorio Mario Natali, arlunese morto di Covid-19. Frequentava quel bar, come l’ex sindaco Franco Pastori: anche lui vittima del virus
ARLUNO (MILANO) – Il Coronavirus, anche ad Arluno, è stato devastante: centinaia di contagi e 31 morti. Tra loro anche l’ex sindaco Franco Pastori. A far discutere sono i luoghi del contagio, tra cui il ‘Circolino’ del paese.
L’allarme
E’ stata Daniela Natali ad aprire il dibattito sul ‘Circolino’, perché suo padre, Vittorio Mario Natali, è una delle vittime arlunesi del Covid-19. L’80enne è spirato il 30 ottobre: “Mio papà nelle settimane precedenti diceva di recarsi solo al supermercato o al ‘Circolino’”. Per la figlia Daniela erano precauzioni sufficienti, ma dopo la sua morte ha incominciato a sospettare sul noto locale di via Marconi.
La testimonianza
“All’inizio – spiega Daniela – non credevo potesse essersi infettato al ‘Circolino’. Poi ho cambiato idea: per esempio l’ex sindaco Franco Pastori era un frequentatore di quel bar ed è deceduto solo tre giorni prima di lui; inoltre ho saputo che a mio padre avevano consigliato di stare alla larga da quel posto”.
“C’è stata una strage”
La figlia di Vittorio Mario Natali aggiunge un particolare: “Persino un medico del paese mi ha confessato che al ‘Circolino’ c’è stata una ‘strage’. Insomma, ad Arluno pare lo sapessero tutti: quello era un luogo pericoloso”. In effetti il nostro settimanale aveva parlato di un bar del centro potenziale focolaio, perché diversi avventori si erano infettati in breve tempo.
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Parla il sindaco
Il sindaco Moreno Agolli, interpellato da Libera Stampa l’Altomilanese, aveva però smentito l’ipotesi. Ma le parole di Daniela riaprono la questione: “Perchè non è stato chiuso il ‘Circolino’? Mio papà forse oggi sarebbe vivo”. Nell’Altomilanese alcuni Comuni hanno preso misure più restrittive, chiudendo spazi pubblici o esercizi privati se fuori norma. Agolli risponde: “Noi da Ats riceviamo i nominativi e l’età dei positivi, non il tracciamento dei luoghi in cui vanno. La tesi del focolaio era solo una voce. Mi sono comunque accertato che i gestori rispettassero il Dpcm”.
La Polizia locale
Il comandante della Polizia locale, Pietro Micalizzi, aggiunge: “Dove consentito siamo intervenuti. A ottobre infatti abbiamo interdetto il ‘Centro Aggregazione Sant’Ambrogio’ di via Papa Giovanni XXIII, poiché non essendo un esercizio di somministrazione non poteva rimanere aperto, a differenza del ‘Circolino’, rimasto sempre in attività”.