Il giallo • Ancora riserbo sul nome del responsabile: forse sarebbero più di uno
“Il responsabile del ricatto a don Mario Motta è stato arrestato e deve scontare due anni di carcere”. Così ha annunciato dal pulpito della messa domenicale il parroco don Giuseppe Angiari. E ha proseguito, di fronte ai fedeli incuriositi: “Io ho pregato tanto in questo periodo, per tutto quello che è stato detto su di me e alla fine è emerso che non c’entravo nulla in questa faccenda”. Don Giuseppe non ha fatto nomi e poi si è chiuso nel più assoluto riserbo: abbiamo cercato di contattarlo sia nella sua abitazione sia alla casa parrocchiale ma non siamo riusciti neppure a parlargli. L’identità di questo ricattatore al momento non è ancora stata confermata. In paese girano alcuni nomi ma, per il rispetto della privacy, abbiamo scelto di non formulare nessuna ipotesi. Quello che è certo è che non si tratta di un corbettese, anche se pare sia una persona abbastanza conosciuta in paese. Che l’ex rettore del Santuario della Madonna dei Miracoli fosse ricattato, il nostro settimanale lo sostiene fin dall’inizio di questa brutta storia che, non dimentichiamolo, è costata alle casse della chiesa (e quindi a tutti i fedeli) oltre mezzo milione di euro. Ma quale sia stato l’oggetto del ricatto, questo non si è mai saputo. E sapere per quale motivo un sacerdote fosse ricattato è certamente importante, non foss’altro per il ruolo che ricopre all’interno della comunità. Su questo però don Giuseppe non ha detto nulla. Anche sui motivi del ricatto, in paese si sono rincorse diverse ipotesi, dalle più fantasiose fino ad alcune che pare avessero trovato qualche riscontro nella realtà dei fatti. Ma non è mai emersa una spiegazione chiara e incontrovertibile dell’accaduto. L’unica cosa certa di questa vicenda (oltre ai soldi fatti sparire da don Mario) è la totale estraneità di don Giuseppe. Il parroco è stato il primo a denunciare il maxibuco e per lunghi mesi alcuni settori della sua stessa parrocchia l’hanno fatto oggetto di insinuazioni e sospetti. E’ a questo che si riferiva quando dal pulpito ha accennato alle maldicenze. Invece don Giuseppe, persona retta e seria (non ci stancheremo mai di ripeterlo) non ha mai avuto nulla a che spartire con la sparizione del denaro. Ora l’Altomilanese tornerà a indagare: nelle prossime settimane proveremo a scoprire cosa si nasconde davvero dietro al ricatto subito da don Mario Motta. E cercheremo di capire se ci sia qualcun altro che si è messo in tasca i soldi del Santuario. Perchè mezzo milione di euro sono veramente tanti soldi. Troppi per essere finiti a una sola persona. A meno che l’oggetto del ricatto non fosse veramente enorme.